venerdì 24 dicembre 2010

( buon anno ....)


osservo un anello di fumo,
un incanto che subito si scioglie nell'aria
in un giro di danza il cerchio scompare, sorrido, è così che
il tuo sguardo le tue labbra il tuo modo di fare
appaiono qua e là nella mia giornata, lasciandomi stupito un istante
e ogni volta un pò divertito
mentre aspetto la sera e il profumo che lasci...
è un piacere infinito l'averti incontrata

g,



Quando il quartiere è una palestra: alleniamoci per assaltare il Palazzo.
Quando si vuole stimolare gli elementi virtuosi presenti in una popolazione, ad esempio nello Sport, e consentire l’emergere di potenziali Campioni, è forse necessario dotare ampiamente il territorio in ogni luogo di palestre, campi da gioco, piste ciclabili e quant’altro, nondimeno rendere realmente gli impianti sportivi accessibili a tutti; indipendentemente dalla provenienza o dal reddito, dalle aspettative o dalle capacità, chiunque deve potersi misurare in qualche attività e tirarci fuori quel che può. Dalla pratica sportiva diffusa e garantita usciranno i talenti, le eccellenze, i Campioni del domani in ogni disciplina. E questo è valido nel campo della cultura e della scienza, dell’arte e della tecnica. E della Politica.

Sono forse necessarie delle palestre di politica, dove la si pratica, la si sperimenta, la si elabora in prima persona con l’esperienza diretta, nel Territorio d’appartenenza. Dove la partecipazione risponda alla necessitò di incidere il proprio spazio, in un progetto comune in cui ogni segno è indiscutibilmente necessario e organico all’insieme, pure quando viene volontariamente omesso, perchè lo spazio lasciato in bianco vale tanto come quello intensamente tracciato in quanto insieme a tutte le tonalità di grigio va a comporre il disegno collettivo.

La possibilità concreta di raccogliere le persone intorno ad un progetto pratico e realizzabile, alla portata e conprensibile da chi vive faticosamente la quotidianità del quartiere e le sue contraddizioni può essere la proposta di una Lista Popolare per il Municipio, che veda come candidati donne e uomini al di fuori dei partiti, già attivi o no, anche appartenenti a dimensioni organizzate della società civile, delle comunità immigrate, del sindacato di base, del volontariato, persone che vogliano impegnarsi su punti e progetti riguardanti il Governo del Territorio elaborati in una precedente fase di indagine e analisi magari inizialmente atomizzata e in seguito condivisa in forma di rete.

Interessante sarebbe che i partiti più avanzati su queste tematiche (prc,pdci,sel,verdi) facessero “un passo indietro” non presentando alcuna Lista o candidato proprio ed appoggiando questa ipotetica Lista Popolare, senza vincolare ne contrattare alcunché, anzi diventando una componente attiva della dialettica interna argomentando le istanze socialiste di cui son portatori.

Nel quartiere e nelle sue Piazze, nei suoi circoli, nelle case, allora magari si inizierà a creare una sorta di palestra popolare della Politica.

giovedì 23 dicembre 2010

" Ero sul Bus... "


L
'affermazione del concittadino e Consigliere Luciano Grillo registrata dal sec.xix di ieri e di oggi fa un pò sorridere qui i paesani, ma tocca un tasto che dir dolente è un 'eufemismo.

Ieri mattina si è raggiunto un apice pericoloso della nevrosi collettiva che nelle ore di punta, mattina e sera, trascende in comportamenti inaspettati quanto giustificati dalle condizioni impossibili in cui veniamo quotidianamente costretti dalle scelte opinabili in cui lo stesso Luciano è coinvolto come vittima in quanto Quezzino e responsabile in quanto Cons. di maggioranza in Comune.
A Largo Merlo l'ingorgo si è protratto per tempi biblici, bloccando tutta la viabilità di tutta la valle, complici le festività e la pioggia ma non solo.

I cantieri aperti in contemporanea Pubblici e Privati non si contano ed è difficile intravedere il termine dei lavori, sempre in attesa che, come promesso dalla Politica, rendano magnifici vantaggi e facciano da "volano" per un risanamento radicale delle nostre marginali criticità.

In questo periodo l'incoerenza della gestione della linea bus82 da parte di AMT ha dato il massimo: i bus incastrati nel marasma erano almeno quattro in salita e altrettanti in discesa, come fossero partiti tutti ad un minuto uno dall'altro (cosa che succede spesso), mettendo gli Autisti "tra u massun e l'anghìse" (trad:tra il martello e l'incudine) a far da parafulmine all'ira di utenti e cittadini.

Ieri mattina una signora davvero esasperata pare sia riuscita a raggiungere telefonicamente un Assessore ed a esporgli la sua collera augurandogli a gran voce alcune fastidiose infermità, sostenuta da un nutrito gruppo di viaggiatori.
Gli studenti arrivano "puntualmente in ritardo" a scuola e l'incertezza sui tempi di viaggio costringono al mezzo privato anche chi andrebbe a lavorare in bus... non essendo da meno ciò che si ripresenta alla sera tra le 18,30 e le 20.

Presto (?!) avremo una strada schizofrenica... alcuni tratti saranno ampissimi ed altri rimarranno lunghe strettoie, giocoforza sarà occupare con auto in sosta lo spazio ottenuto, vanificando gli intenti di una visione ottusa di sviluppo che vede nell'auto privata il top della mobilità urbana.

E guardando la curva di Pedegoli, ormai ai più vien da pensare che davvero bastava un semaforo.

domenica 19 dicembre 2010

l'ultima diga...(post di un'anno fa...)




Al termine di Via Mulinetto parte ripida una crousa sulla sponda sinistra della valle, la si percorre sino a raggiunger e superare le ultime case dove il sentiero s'incontra con il Rio Mulinetto nella sua selvatica e fragile integrità. Se lo si vuol risalire è possibile farlo anche sino alle sorgenti ma si è costretti a camminar lungo il tortuoso corso d'acqua ed ad incontrare i numerosi laghetti naturali, differenti tra loro come conformazione e dimensioni, dove la tentazione di tuffarsi nelle gelide trasparenti acque è davvero irresistibile.


Questo dev'esser stato lo sprone che portò alcuni giovani di un'epoca scomparsa ad approntare una discreta diga di contenimento per creare così una vera e propria piscina naturale, le cui dimensioni dovevano andare dai quattro metri di larghezza sei metri di lunghezza e una profondità massima vicina ai tre metri; lo si deduce dai resti, dalle visibili tracce rimaste a testimonianza trattenendo ancora un po' il torrente a creare una di quelle "fresche pozze dove s'incontran sparute anguille" per citar Montale.

Il muretto ancora accennato è ripreso nella prima foto e le dimensioni dell'invaso si possono immaginare guardando la seconda foto, e nonostante si sia notevolmente ridotto è ancora estremamente piacevole e tonificante immergersi ed attraversarlo con due bracciate, nelle stagione adatta ovviamente.[Image]

Il periodo in cui la diga è stata edificata per la prima volta si perde nella memoria dei paesani più anziani, qualcuno lo colloca negli anni cinquanta, quando ancora il Rio veniva usato dalle Lavandaie, le ultime "fasce" in fondo alla valle sotto il Forte Ratti venivan ancora coltivate a patate ed i ragazzi del posto raramente scendevano in città lungo l'unica strada, dovendosi così svagare con le risorse del posto, i laghetti dovevan esser un 'Parco Giochi' naturale.

Dobbiamo però arrivare agli anni settanta inoltrati per trovare testimonianze attendibili su quella che si può definire la ristrutturazione storica della diga; alcuni ragazzi aiutati dai fratelli maggiori decisero di deviare il Rio e con cemento e pietre ripristinare il manufatto, godendone, loro e molti altri, per anni e anni ancora,,,, si racconta di mitici campeggi dei primi gruppi di figli dei fiori e di amori sbocciati all'ombra dei corbezzoli, di gite con chitarra e salamini e di solitarie meditazioni seduti sull'assolata scogliera.

IL lago ha anche un suo proprio nome, come del resto ogni singola pozza della valle, credo che questo sia il "Lago del Bò", ma potrei sbagliarmi con il "TreSò" o con il"Chin nà", certo non è il "Gallo" giacchè questo è il primo e ne son certo.

www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=38947htt"> ad esempio.

Il Rio racconta molte delle storie accadute nel tempo, con le sue pietre e le sue sponde, col suo correre sotto i ponti fino a mescolarsi con le acque altrettanto "serveghe" del Finocchiara,,, ma qui siam già in Pedegoli e questa, come si dice, è un'altra storia....

giovedì 9 dicembre 2010

in memoria del Bus 82

La viabilità a Quezzi verrà presto rivoluzionata!

Non solo per gli ampi spazi dedicati alla viabilità grazie alle coperture e agli slarghi ottenuti con abbattimenti vari, ma sopprattutto grazie alla prossima realizzazione dell "AscensoreDiMazzarello", che partendo dalle poste vecchie (non appena ci arriverà la nuova superstrada che pare a questo intimamente legata e dedicata) condurrà gli abitanti dritti-dritti sino ai palazzi edificati sotto l'ultima curva della strada (dove casualmente il Personaggio, ma nn solo lui, abita), ben prima di Piazza SantaMaria.
Arrivate lì le persone che invece abitano dalla Chiesa dovranno scarpinare per una ripida creusa per arrivare in Piazza, dove attualmente termina la sua corsa il bus 82, e poi proseguire per la propria casa.

Tutte le centinaia di utenti che scendono dal bus tra Largo Merlo e la chiesa dovranno invece arrangiarsi.
Oppure aspettare il piccolo bus navetta che, una decina di passeggeri alla volta, li porterà, ogni mezzora, su e giu per la tortuosa valle.
Già. Sarà così. Il perche nessuno lo dica apertamente è facile da capire. Hanno paura.

IL nostro bus82 verrà sicuramente abolito: il 47 arriverà dal park della vecchia posta e un piccolo Circolare è già stato preventivato.

Ma si pagherà addirittura un euro e cinquanta per far questo "viaggio".
M'immagino le decine di persone delle ore di punta pigiate nella scatoletta metallica su ruote, gli studenti al mattino, le signore con le borse della spesa. Perche tutti siamo costretti scendere a valle: la politica che "le valli sono un imbuto" (Margini dixit!) ha sceso tutto laggiù, dopo largo Merlo. Grazie!
Alla faccia del Governo del Territorio sembra che Amministrazione e Azienda (in sto caso l'amt) siano in sincronia solo quando si tratta di lavarsi le mani a vicenda e di ottimizzare l'utile, monetario e no, l'uno serve all'altro, ed entrambi al servizio di qualcosa al di sopra: spolpare l'osso fino a che si può!

Sta a noi impedirlo, per salvaguardare la nostra vita quotidiana, per avere prospettive di miglioramento, forse solo per non affondare nella periferia degradata e depressa che ci prospettano a noi che non abitiamo il centro, che non abbiamo da investire nella la parte "buona" del quartiere, lontani dai salotti delle Ville ristrutturate e dei marciapiedi lisci, dei ponti crollati trasformati in piste ciclabili che dal niente arrivano al nulla, dai più fichi supermarket e dal businnes di ferrovie, metro, stadi e mercati...

Sta a noi rifiutarci di pagargli il biglietto, almeno ribellarci al salato balzello improprio riscosso ed intascato da un privato. I bus sono già pagati: da Regione Comune, Stato, da noi tutti che lavoriamo, la mobilità è un diritto e un bene comune, non può essere più un negozio che ingrassa Amministratori Delegati e manager!
L' AMT dovrebbe essere di tutti, di tutti i lavoratori che la fanno funzionare davvero, di tutti i cittadini: una grande Compagnia Pubblica di Servizio, di cui tutti noi ne siamo proprietari.
Certo non avrebbe bisogno di dirigenti strapagati per parassitare.
Gli operai sanno far le cose, così come sanno farle funzionare!

sabato 13 novembre 2010

via Fessia


http://www.bianchiniprc.org/

Qua e là per il grande quartiere gli assalti della lobbi immobiliare e dei costruttori son sempre più serrati, questi signori, ottusi quanto arricchiti e ben consapevoli di quanto siano protetti e vezzeggiati dall'Amministrazione cittadina non si fanno scrupoli a cementare e asfaltare ogni fazzoletto di territorio rimasto miracolosamente libero, in un'affannata corsa alla speculazione.

Il Partito del Cemento, come mille volte detto e letto ovunque, non ha ideologia se non quella del profitto personale e non ha tessera se non quella del numero di conto, così come non ha etica o morale se non quella dell'omertà.

Così non parlarne troppo, anzi evitare proprio di diffondere notizie è la logica che prevale nella strategia di comunicazione del nostro Municipio: un muro di gomma verso alcuni e una carta assorbente verso altri... o ti respinge senz'appello come disfattista ingrato o ti fagocita in un ginepraio di scambi e favori, gentilezze bi-tri-partisan, tanto da diventare un potenziale colluso... semplicemente ricalca una condizione più generale

A poco servirà spendere tempo, energie e risorse umane in piccole anche se giuste battaglie contro mulini a vento, distratti dai loro specchietti come fossimo allodole...

In tutto il Paese è in atto una raccolta di firme per ottenere dai Comuni una moratoria delle edificazioni di qualunque tipo ed un censimento di tutti gli edifici non utilizzati, così come di tutti gli spazi, pubblici e no, ancora non edificati.

Questo può esssere un primo passo per costringere chi ha permesso lo sfacelo e il degrado, anzi lo ha agevolato, a mostrarsi come responsabile.

Servirebbe anche a pianificare e programmare interventi di conservazione e valorizzazione se mai qualcuno avesse davvero intenzione di risanare la qualità di vita dei Cittadini.

Può comunque nell'immediato scoprire le carte su diverse questioni che impegneranno il nostro mega-quartiere e il suo territorio nei prossimi anni e che avranno un notevole rilievo ecconomico.

Tanto per capire bene chi ha le mani in pasta ed a che prù lo sta facendo.

Certo che bisognerebbe capire, ed averci finalmente ben chiaro, chi sono gli avversari in questa contesa. E, al di là di un'ambiente "friendly" tanto ipocrita quanto controproducente, decidere da che parte stare.

Iniziando magari usando la legge sul Danno Ambientale, prima che questi spaventati Lorsignori l'aboliscano.



lunedì 1 novembre 2010

i Morti (a Domenico)

Domani "sono i Morti".
Già, ma i morti si sa che non son tutti uguali, certamente ognuno ha i propri, e poi ci sono quelli diciamo "comuni", ai quali si rende in qualche modo omaggio o gli si dedica un ricordo, magari un brutto ricordo che comunque rende loro l'asser esistiti.
Ma non è per tutti così.

Forse è passato un mese o poco più dalla morte prematura di Domenico, probabilmente dovuta agli accidenti d'una vita piegata su se stessa. Sorte comune ai molti che arrivati dal paese, qualunque esso sia, non sono riusciti ad adeguarsi ad un ambiente ostile, dove il tradizionale legame tra parenti, amici e vicini di casa viene sostituito dall'opportunismo e dall'interesse, sentimenti con i quali non sempre si riesce a fare i conti.
Così per anni, appoggiato al muro di fuori o seduto solitario nell'ostaia della Gabri, Domenico ha avvelenato il suo fegato con l'alcool e d il suo sangue con il lavoro sottopagato, nero e faticoso, sino a consumarsi.

Qualcuno l'ha anche aiutato a sopravvivere nei periodi peggiori, altri si toglievan l'ingombro offrendogli un bicchiere di nero, ma i più l'han malamente sopportato mentre urlavano al tavolo delle carte.
Lui al massimo brontolava sommesso cose incomprensibili, in calabrese, con il viso triste e rosso quasi schiacciato tra la coppola ed il bavero del giaccone.
Fino a sera inoltrata, quando se ne rientrava balcollante e maleodorante a casa "sua", dove l'acqua calda non arrivò mai e dove la pietà d'un padrone di casa l'ospitava.
Ma Domenico spesso sorrideva, vai a saper il perchè, e sicuramente sempre salutava.

Gli occhi azzurri insieme al suo rimanere lì, in piazzetta, da mattina a sera, m'han suggerito quello che lui forse aspettava invano di rivedere davanti al suo sguardo... l'immagine di uno slargo sterrato tra le case di pietra, dove gli stretti vicoli del paese incontrano improvvisa la luce... dove un'emporio, un'ostaia e qualche panchina creano lo scenario d'un tempo dilatato e sereno.
Un tempo adatto ad esser diviso a seconda di bisogni ed esigenze umane, dove la relazione tra le cose e le persone è scandita dalle campane e dal sorger ed il calar del sole, dal canto del gallo e dal rumore dei piatti nel dopopranzo...

Quante vite segnate dalla solitudine di una migrazione coatta, dalla miseria umana della città e della produttività... quanti Domenico sono passati come fantasmi nei quartieri come il nostro, a cui in fondo si somigliano, piccole comunità che sono stati disgregate, territori antropologicamente destrutturati nella loro tipicità, nel loro "carattere"...

E così come un pallone sgonfio scalciato sotto una macchina, come una cartaccia volante nella strada, è passato Domenico, e se ne è andato. Molte persone pronte a far ponti d'oro ad altri morti che magari posson dimostrar riconoscenza anche postuma, neanche se ne son accorte. O peggio ancora han commentato, con un "buon per lui..."

Tutte, tutte le volte che mi son trovato senza sigarette Domenico me ne ha sempre offerto una, accompagnata da un sorriso triste.
Grazie Domenico, Grazie ancora.




giovedì 28 ottobre 2010

le tante facce dell'omertà


Quando anche solo che per far spostare una transenna in un cantiere pubblico sulla strada, e permettere così alle persone con l'ombrello di transitarvi, bisogna chiederlo come favore all'anziano che è nelle grazie dei potenti del luogo e che se ne fa gran vanto, manipolando (da vecchio marpione d.c.) voci e fatti per ottener consenso conto terzi, allora è palese che l'uguaglianza dei Cittadini di fronte all'Amministrazione è ormai un retaggio del passato...

Così è. Da anni. Solo che non lo vogliamo ammettere.

WI-FI


Cari (in tutti i sensi) immobiliari, che così tanto pesate sulle decisioni e sulle priorità della vita civile e politica di questa nostra rapallizzata città... perchè non pressate un pò l'Amministratore per estendere il servizio di Wi-Fi gratuito a tutto il territorio?
A Quezzi, ad esempio, i problemi legati alle comunicazioni incidono assai sulla qualità di vita che si prospetta ad un'eventuale famigliuola che volesse qui trasferisi e comprar casa...
addirittura i cellulari non hanno campo in certi luoghi, la tv si vede solo con la parabolica, per non parlare di internet: non esiste fibra ottica nè connessione veloce, solo il vecchio filo del telefono, e le chiavette sukkiasoldi risultano lentissime e funzionanti a singhiozzo.
Il Wi-Fi risolverebbe questi problemi.

Offrire abitazioni in una zona coperta dalla connessione gratuita dovrebbe riguardare anche l'interesse di procuratori accorti.
Quando se ne renderanno conto allora forse potremo "navigare" sereni, nonostante la scelta di vivere un pò fuori del centro, magari in collina.
Triste doversi appellare a qualche lobbi che conta, al concittadino importante, all'amico degli amici, ogni volta per ottener comprensione...
Le voci non si contano, si pesano. Pare.

sabato 23 ottobre 2010

sigh!...bastava poco

Il Consiglio Comunale che affrontò a suo tempo le riserve poste da alcuni abitanti di Via Mulinetto sulla totale asfaltatura della Creusa e sulla sostituzione (e scomparsa) degli storici, funzionali tombini di pietra terminava con la gentile Assessore Corda che assicurava il posizionamento di altre grate, adeguate alla pendenza e al flusso d'acqua piovana e garantiva il limitarsi dell'asfato all'adeguamento delle pendenze, sempre per il deflusso delle piogge, e solo nel primo tratto.

Evidentemente il municipioIII se ne fa "un baffo" delle indicazioni dell'Assessore, ed i propri lavori pubblici se li decide e gestisce come un gruppo di 'amici', perchè fatto sta che la mulattiera è stata completamente asfaltata, senza gli opportuni drenaggi e senza modificare, se non accentuandole, le pendenze, anzi rendendo un tratto difficile da percorrere a piedi se piove; così è stato per le griglie che rimangono quelle più adatte ai giardinetti che ad un fiume in piena come la creusa quando piove.

La sera della grande pioggia, verso le 21,30, la strada era impercorribile... l'acqua arrivava al ginocchio e la corrente trascinava pietre e rumenta, le griglie erano tappate dalle foglie e tutte le deviazioni "private"(scale, terrazzi, e varie) inondavano ulteriormente il corso della stretta Via.

I lavori effettuati sono serviti unicamente a rendere definitivamente carrabile una creusa pedonale, sacrificando lo storico selciato, gli arredi e la qualità del paesaggio, agli interessi di pochi, tra l'altro i soliti noti.

Ora questo risulta evidente. Ma non è una novità.


pericolo scampato, fino a quando?

L'evento metereologico di qualche giorno fa è stato sicuramente eccezionale, non è invece strano che i Rii Mulinetto e Finocchiara convoglino enormi e potenti masse d'acqua nel Fereggiano, costretto da argini cementificati e da coperture.

E proprio sovrastante Via Feregiano, nel breve tratto dove il fiume è ancora a vista, esiste un'ampia area scoscesa e franosa, miracolosamente salvata all'edificazione, sulla quale voraci avvoltoi della speculazione stanno ad oggi facendo voli interessati.

Antichi appetiti immobiliari si risveglianpo e gli attori interessati son di differente 'scuola': si va dalle Orsoline proprietarie dell'area, all'Amministrazione, che ne gestisce una parte e che ne decide alla fine il destino, con in mezzo tutte le figure più o meno marginali che in parte godrebbero di scampoli di 'businnes'.

Nel frattenpo nella notte poche ore dopo la temibile "piena" del torrente, un'enorme masso è franato trascinandosi dietro legni e detriti ed andando a "tappare" preciso-preciso l'alveo del fiume... pareva proprio un tappo.

Rapidamente, in giornata, l'ostacolo è stato rimossso, ma è stato chiaro a tutti che se la frana si anticipava solo di poche ore l'esondazione sarebbe stata assicurata ed avrebbe coinvolto Via Feregiano e parte di C.so Sardegna.

Rimane una situazione visibilmente incresciosa, la collina è in condizioni precarie e il timore è che come ultimamente accade il rimedio sia peggiore del male.


martedì 12 ottobre 2010

 .... http://notimaz.blog.kataweb.it/2008/11/30/rischio-idrogeologico-a-genova-una-storia-vera/

un anno fa

su un altro blog,

ovviamente inascoltato ......

martedì 24 agosto 2010

piccole cronache d'estate5


Piazzetta Pedegoli: Area video-sorvegliata.

E non è uno scherzo, la telecamera c'è ed è in funzione 24h.

La Sicurezza Percepita dalla popolazione è aumentata a livelli mai visti dai tempi delle ridenti e affaticate bugaixe di cui la targa "inquadrata" ne cita le gesta.

E' noto quanto i 'topi d'appartamento' si riuniscano in piazza prima d'ogni colpo estivo, o che i giovinastri ladri di motorini vengano giusto sotto il lampione ad estrarne i pezzi.

...bhà!

Per i drammi di malavita che si consumano in quello scenario basta e avanza l'intervento di un vigile urbano "una tantum" e una coppia di poliziotti che nella notte casomai ci facciano qualche giro, controllando un territorio più ampio di una telecamera.

E allora cosa vuol dire questa iniziativa, questo spot di propaganda?

Si chiede da più parti e con diversi toni Spazi sociali, attenzione alla qualità della vita, riguardo e tutela per l'ambiente...

(ci aspettavamo magari la connessione in rete, gratuita senza fili, per ovviare alle problematiche di comunicazione nella valle, ad esempio)

ma la risposta dell'Assessore alla CittàSicura è questa: video-sorvegliare!

Ma cosa? Il degrado del cemento edificato senza cognizione? l'incuria del verde lasciato degenerare a discarica? di quale sicurezza si stanno occupando?

Il letto del Rio Finocchiara è ormai una foresta con rami che raggiungono la strada e subito appresso al gomito del torrente che corre tra argini di cemento, si trovano le case quasi sul greto, a contatto con il canneto, le anatre, l'acqua del Rio...

Io abitassi in quelle casette così caratteristiche non mi sentirei poi tanto sicuro, nonostante le iniziative del Sig. Scidone.


piccole cronache d'estate4

A Pedegoli è arrivata la Putrella.

così, mancando di un disegno reale esposto sul luogo come di solito s'usa fare, ora s'intriga il disegno che pian piano si realizza nell'immaginario collettivo della popolazione su come verrà fuori il  Progetto per Curva di Pedegoli, ampio marciapiede limitrofo e venticinque (!) posti auto a raso... immancabili.

Gruppi di sfaccendati, pensionati e occasionali curiosi, dibattono su quali posson essere gli sviluppi del Cantiere Pubblico, qualcuno con ampi gesti delle braccia disegna arditi scenari con rampe d'accesso laterali...

Comunque una schiera di tecnici e non, ha provveduto ad esaminar la Putrella ed a verificarne l'adeguatezza di tutti i parametri, impiegando una intera calda mattina d'agosto. Si pensa abbian espresso parere favorevole.

Ora si scommette su come e dove la si vorrà posizionare, diversi pareri più o meno competenti si confrontano tra una 'passatella' ed un caffè.

Ma metterci il disegno del Progetto? ...no? è forse richiesto solo ai privati?

Almeno sarebbe buona creanza, se non altro.


PS-a fine agosto la putrella è pronta; una specie di nonno-vigile entra ed esce dal cantiere, pare sia l'unico a saper qualcosa... a che titolo?



giovedì 5 agosto 2010

piccole cronache d'estate3



Nell'Età dell'oro della Circoscrizione, guidata all'epoca dal meritorio Presidente Cassinese, 
quando le attività dedicate ai cittadini erano frequenti ed eccellenti 
(ad es Villa Imperiale Jazz con il meglio del mondo a 8-10mila lire!), 
quando l'ambiente delle Piazze era popolare e tollerante e la collaborazione con la gente più diffusa e ricercata... 
in quel periodo, tra le tante cose, si organizzò un'Oasi Naturale Protetta sul greto del Bisagno, tra Sant'Agata e lo Stadio, dove furono rilasciate alcune coppie di un'Anatra chiamata Germano Reale, per ripopolare con specie compatibili l'ambiente.

Le Anatre si adattarono e gioiosamente si riprodussero tanto da sopravvivere alla fine di ogni progetto di recupero e salvaguardia di quel tratto di fiume.
I volatili in questione si sparsero col tempo nell'intero Genovesato occupando i Torrenti delle nostre Valli, e lì ancora resistono nidificando tra i cannicci e sguazzando nelle pozze.

Anche a Pedegoli, nei primi tratti del maltrattato Rio Molinetto, si incontrano i colorati Germani, con le femmine fiere seguite passo-passo da una decina di pulcini barcollanti, più agili una volta entrati in acqua tutti in fila.
Sono fonte di buon'umore per anziani e bambini che passan di lì, e li osservano divertiti.
Ad ogni estate però quel che tutti si domandano è dove mai finiscano le abbondanti cucciolate dopo pochi giorni del loro avvistamento.

Puntualmente scompaiono Anatra e Pulcini appena son un pò svezzati, c'è chi dice sia l'Airone a mangiarseli, chi sostiene siano i grossi Ratti che dominano il luogo.
C'è chi più informato racconta che un predatore a due zampe dall'aspetto umano se li freghi di notte e se li porti in un suo allevamento, clandestino.
Il perchè lo faccia è misterioso.
Si dice che li faccia crescere per poi rilasciarli in natura.
Qualcuno invece pensa che gli anatroccoli giunti, nel buio di una cantina, al peso di un galletto vengan ceduti a cucine compiacenti e diventino Anatre all'Arancia. Dopo nessun controllo sanitario, ovviamente.

Del resto il torrente è abbandonato ai rifiuti e all'incuria, crescono rovi e arbusti e chiunque edifica e cementifica sul greto. Il Rio è asfittico, ormai.
Certo che vedere quegli Anatroccoli sguazzare e sentir l'anatra starnazzare metteva allegria...





piccole cronache



Nell'epoca delle e-mail sono ancora in molti ad usare la spedizione tradizionale di cartaceo attraverso francobollo e Poste, da oggi finalmente ciò lo si potrà praticare anche da Pedegoli.

Le difficoltà incontrate da Poste Italiane a posizionare la cassetta di raccolta delle lettere in Piazza o nei dintorni eran dovute alla richiesta da parte del Comune di una somma più o meno di 5000E l'anno per l'affitto del sito.

Probabilmente il Privato proprietario del marciapiede e dei portici di via Daneo ha ceduto la locazione ad un prezzo più conveniente, a patto che non si scassasse nulla nel piazzare la struttura metallica.

Immagino che vari interventi politici di mediazione e trattative estenuanti abbiano portato a questa soluzione.
Così ora, saldamente legata alla ringhiera nei pressi del tabacchino, abbiamo la cassetta dove imbucare la nostra posta.

lunedì 2 agosto 2010

piccole cronache d'estate

Ratti & Rospi



Il gruppo di bambini che razzola libero lungo il Rio in queste giornate d'estate è vario nelle età e nell'altezza dei singoli membri, un pò come i ragazzi di quella banda nelle vecchie comiche in bianco/nero.
Sciamano su e giu per la Via, chi di corsa chi con la bici, schiamazzando piacevolmente fino e oltre l'imbrunire. Ed è proprio verso sera che un gruppetto di loro stava osservando annoiato l'acqua scorrere lenta seduti sul muretto che argina il Torrente, quando un enorme Rospo esce dalle alghe e si arrampica placido sino all'argine del Rio, (Renzino dice che avrà pesato almeno tre kg), il Rospo più grasso della stagione.
Neanche il tempo di dire -"belìn che grosso, prendi un bacco che vediamo se salta"-, che da uno sbocco tra le pietre dell'argine balza ed atterra agilmente una Pantegana Gigante dal pelo grigionero e dalla grassa lunga e liscia coda, s'alza sulle zampe posteriori, (Renzino dice che su due zampe era alta da arrivargli al ginocchio), e scatta contro il Rospone che nel frattempo tentava di rientrare in acqua.


Decisamente più grosso di Rospo, Ratto ha la meglio ed azzannato l'anfibio alla coscia non lo avrebbe certo più mollato se non fosse intervenuto un bimbo con una pietra.
La lotta impari proseguiva ed il Topone di fogna era già vicino ad infrattarsi tra la vegetazione trascinando l'annaspante e disperato Rospo con sè quando venne colpito dalla pietra lanciatagli contro, dritto sulla testa, (Renzino dice che visto il ciottolo arrivare dall'alto il ratto non seppe resister alla tentazione di alzarsi in piedi e "darci di testa" tra l'altro con stile), facendogli perder la presa e consentendo al Rospone ferito di fuggire nel Rio.


Il Ratto colpito barcollando cadde anch'esso in acqua ma con due bracciate raggiunse la riva opposta scomparendo nella rumenta accatastata, (Renzino ha visto la pantegana fare chiari segni di minaccia all'insegna del gruppo di ragazzi, prima di defilarsi).
Diversi avvistamenti nei dintorni confermano la presenza di questi grassi e grossi ratti, i ragazzini li chiaman ormai per nome, (Renzino dice che sono una razza di SuperRatti mutanti che presto avranno il sopravvento e domineranno il mondo).

venerdì 30 luglio 2010

chi controlla i controllori?



La collina sulla quale s'inerpica Via delpoligono di Quezzi con le sue curve e i suoi palazzoni figli della speculazione selvaggia anni 60 non ha pace neanche in questo nuovo secolo.
A Quezzi i ricchi fan un pò quel che gli pare, certo non è zona da Signori ma speculare in Albaro è sicuramente più difficile, così si accontentano.
Di fatto quel Monte sta subendo un'ulteriore offensiva da parte del cemento, per il tornaconto di alcuni privati, a discapito di un Territorio in asfissia.

Dalla Via principale si sta ultimando una strada privata azzardata tra i tralicci enel e gli alberi a rischio d'abbattimento, per consentire l'accesso in auto ad una casa posta in alto. nel bosco secolare anch'esso a rischio di taglio vista la scarsa sensibilità ambientale dei nuovi proprietari, che si dice abbiano intenzione d'aprir un'agriturismo (?!) con tanto di park...

Altro "piccolo" intervento: nascosti dai palazzi si stanno edificando un tot di box auto, di traverso al monte si creerà una sorta di diga di cemento per i cospicui rivoli d'acqua piovana, che sfogheranno altrove...

Ma l'esempio più eclatante, sotto gli occhi di tutti, è lo sbancamento del Piede del Monte.
Una fetta di collina è stata asportata e il terreno ora è contenuto da un enorme muraglione di cemento armato.
Lì, dove ora c'è il vuoto, dovevano venir edificati un tot di box, con copertura a giardinetto.
Ad un certo punto hanno scoperto che quella è una conca d'acqua!
Così tutto si è fermato, e ormai son passati dei mesi.

La gente dice che aumentando i costi e diminuendo la prospettiva di guadagno sia fallita la Ditta che ha iniziato l'appalto e ora una seconda Impresa potrebbe continuare, con l'aiuto di denaro pubblico, giusto per non lasciare il disastro così com'è.
Ma son "voci di popolo", perciò senza nessuna conferma, sono illazioni.

Un bel volantino è apparso sul luogo, subito strappato dagli anonimi censori che conosciamo.
Ringraziava gli Amministratori per aver concesso i Permessi e le Autorizzazioni per realizzare questo maestoso Muro Grigio, al posto di un'ampia collinetta dove da sempre le feste popolari e le serate di ballo trovavano modo di far incontrare la gente.
Diceva che ora finalmente ci gira più aria a Pedegoli...
Male che vada una decina di posti auto "a raso" ce li tireranno fuori.

Su tutto questo e su alto ancora che alla faccia della trasparenza accade in quartiere dovrebbe vigilare un qualche organismo popolare, diffuso, pubblico: un Comitato di Controllo, che possa mobilitare persone e Istituzioni a garanzia di interessi comuni, spesso violati dai nostrani piccoli "minicomitati d'affari".

Se la 'rete di quezzi' non fosse solo una finzione a supporto d'un consolidato gruppo politico-imprenditoriale avrebbe anche gli strumenti per agire; la legge sul " Danno Ambientale" potrebbe essere impugnata per verificare responsabilità e ottenere risarcimento e risanamento. Ad esempio.

PS- verso la metà di agosto sono riprese pur lentamente alcune attività nel cantiere

mercoledì 28 luglio 2010

celtike & svastike


Intorno al 1975 alla scuola Fontanarossa esercitava l'insegnamento una giovane professoressa che molti dei suoi studenti ricordano con affetto e riconoscenza.

Pioniera d'un metodo che permetteva la partecipazione e la critica spesso promuoveva iniziative parallele allo studio, iniziative dedicate alla formazione civica delle giovani persone a lei affidate nelle ore scolastiche.

Qualcuno ricorda che grazie a lei l'Unità entrava a Scuola e veniva letto in classe con gli altri quotidiani, raro esempio di pluralismo all'epoca.

Altri tempi.

La Scuola Fontanarossa è ancora oggi situata di fronte alla Scuola Govi, si guardano in faccia.

Ma i tempi sono cambiati.

E i Dirigenti Scolastici anche.

Ed è così che pare possibile vedere sul Portone della Govi una svastica ed una celtica in bella mostra... 

senza che al Direttore venga in mente di coprirle rapidamente con una mano di vernice.

Non si stupisca il pavido tapino se presto si troverà graffiti simili sulle pareti dell'ufficio e le impronte degli anfibi sulla scrivania... 

potrà sempre chieder di ritirarsi in un ufficio un pò più imboscato... forse.


PS- dopo alcuni giorni ed alcune telefonate di genitori indignati si è provveduto a cancellare le dementi scritte


 

lunedì 26 luglio 2010

frenesia alimentare


Frenesia Alimentare.




Accade in alcune specie animali


può accadere anche ad alcune categorie umane


con alcune peculiarità proprie


il meccanismo che la fa scattare può essere una sorta di panico


però inconsapevole


non compreso razionalmente


anzi respinto con arroganza e sufficenza


ma i segnali dell'esterno, gli odori del disfacimento,


penetrano e provocano reazioni


così il corpo da luogo ad azioni incolvulse spontanee


solo apparentemente sotto controllo della mente


perchè ancora e sempre tutte automaticamente


indirizzate all'obbiettivo di soddisfare l'infinita ingordigia


aumenta esponenzialmente la voracità col sentore inconscio della fine


mentre la percezione drogata della realtà


fa calare l'attenzione che pare addirittura superflua


in contradizzione con ciò che sta accadendo intorno


e che ne sta determinando l'infausto futuro


Allora tale la contesa e la fretta d'appropriarsi del cibo


che non sentono i morsi altrui


nè importa se azzannano qualche loro simile.



Ed è tra i brandelli lacerati della loro carne


che passa la nostra possibilità di sopravvivenza.



giovedì 22 luglio 2010

luglio in quartiere...





Qualcosa sta cambiando.
Almeno nella grafica dei manifestini di quartiere.
Finalmente si distaccano almeno nella forma dall'istituzionale giallo con caratteri rigidi e timbrino del piccolo presidente, anzi non ne fanno menzione.

Davvero accattivante (in violetto e giallo,grafica semplice ben impostata) quello che pubblicizza un'iniziativa di passeggio e lettura che si è svolta sabato scorso lungo le antiche creuse della collina, sopra il Dria, verso l'Acquedotto e la Cappella dei Cacciatori di Luamà: un percorso ricco di scorci paesaggistici e di momenti di serena quiete, m'immagino poi nella sera stellata e fresca...

Un altro manifestino lo s'incontra nei pressi di Finocchiara e con uno stile asciutto e spartano informa che sabato questo, ci sarà sul pianetto di Finocchiara, dal Ponte settecentesco, una grande tavolata con spaghetti aglio e peperoncino, da aggiungere a tutto quel che i partecipanti vorranno condividere. Vino compreso.
Si prevedono alternative per i bambini presenti.

L'angolo in questione è degno d'un pittore paesaggista (in molti pare che nel dopoguerra frequentassero le piccole valli genovesi per dipingerne i tratti tipici) e seppur deturpato dallo svincolo di cemento e dai park che lo precedono rimane un'arroccato gruppo di casette che va rubando terra al monte con le strette fasce, scolpendo la collina come fosse una piramide, nella migliore tradizione Ligure.

Il Rio Finocchiara custodisce ancora alcune piccole testimonianze, nelle pietre e negli arredi sopravvissuti, del suo antico passato di lavoro e socialità, e una cena all'aperto tra gli abitanti del luogo è un'ottimo modo per conservalo in vita.

giovedì 8 luglio 2010

pedegoli..."IL TERRITORIO DELLE PANTEGANE GIGANTI"


... ho letto su enormi manifesti che il Comune ha investito 100milioni di euro per ripulire ed asfaltare la Città. Basterebbe passare per Via Ferreggiano, ad alta percorrenza, per verificare le condizioni disastrose del selciato... mentre Via Mottachiusura dove passano 12 auto quando c'è traffico, già liscia e piana, è stata asfaltata, prima ovviamente degli scavi per il gas (ma questo ormai rischia di sembrar un luogo comune).

E stamane sul Secoloxix si scriveva che una grande Operazione ecologica stava per partire e riguardava diversi Rii e Torrenti nelle Valli Genovesi.
Esclusi ovviamente Fereggiano, Finocchiara e Molinetto, che nonostante portino costantemente una notevole cubatura d'acqua e corrano in pieno abitato, non son degni di nota, pare.

A Pedegoli s'incrociano i tre torrenti e lì è stato abbattuto un vecchissimo edificio con le sue abbandonate fondamenta. Proprio lì sotto nell'oscurità degli anni, vivevano intere famiglie di Pantegane Giganti, ormai stanziali limitavano i danni agli stretti dintorni e alla cantina della Gabbri.
Il sisma provocato dalle Ruspe Comunali ne ha sconquassato l'habitat naturale, costringendo l'intera colonia semi shoccata a fuggire per ogni via percorribile. Cioè su per il fossato del Molinetto, lungo il Rio Finocchiara e percorrendo tutto il lugubre e buio fosso del Fereggiano "coperto" a esplorare un territorio essai più vasto.
Trovando immediatamente le Condizioni Ottimali, le più favorevoli, per istallarsi ed allegramente riprodursi, tra l'ammasso di rovi, rumenta e sbocchi abusivi che ne rende caratteristico il paesaggio.
Sarà un decennio che gli argini di questi torrenti sono lasciati al degrado, sia civile che naturale e la comparsa di parassiti come le zecche, i nugoli di zanzare, le biscie confuse e i ratti ingordi e impudenti è ormai stagionale, complice anche l'abbandono dei tratti "privati" prima coltivati e mantenuti puliti.
Ma quest'estate l'avvistamento di Pantegane particolarmente aggressive e grosse è già più frequente e diffuso, si avvicinano ai pochi pollai sopravvissuti ed alle cantine o ai parcheggi. E facilmente si impossesseranno del territorio.

Come era prevedibile: l'esperienza a Genova non manca, ad ogni scavo deve corrisponder una radicale derattizzazione, ricordo che alla Foce del Bisagno pochi anni fa si è rischiato il disastro ecologico...

La Provincia dovrebbe esser l'Ente responsabile dei Rii, ma la questione tocca anche la Salute Pubblica e l'Igiene Urbano, parrebbe.
Certo che se da parte dell'Amministrazione si desse credito, spazio e risorse a gruppi di Abitanti disposti a mantenesi pulite le proprie vicinanze ...
Se l'impegno del Comune fosse Programmare insieme ai Cittadini le iniziative e condividerne gli obbiettivi potrebbe allora chiederne ed ottenerne la collaborazione necessaria, da parte di chi in questo luogo dovrà passarci magari degli anni ancora almeno quanto da chi gli anni ce li ha già passati.

Dovremo abituarci ad incontrar nella penombra umida della sera qualche incurante esemplare di Pantegana Gigante, mi sa.

PS - recente (marxo) intervento poco tempestivo (forse in vista dell'estate) e poco impegnativo dell'Istituzione che ha provveduto a disseminare nella zona molti dispenser di veleno per topi: tubi di plastica nei quali il ratto s'intrufola e si prende la pasticca e poi muore.
Gli argini del Rio sono rimasti abbandonati all'incuria e alla rumenta, la fogna sbocca copiosa a giorni alterni sotto il ponticello medioevale e nell'insieme l'ambiente, s'io fossi ratto, mi parrebbe accogliente...

martedì 6 luglio 2010

tra le tante storie raccolte qui intorno qualcuna "da fuori"...


... tra Prè e Gramsci, nello slargo del mercato scesa la scalinata a destra guardando il mare, si trovava il bar Anna, o un bar che la gente gli diceva dalla Anna, con il suo variopinto viavai. In molti spendevano monete straniere, Americani e Tedeschi i marittimi più ambiti ma se ne trovava come dir, d'ogni razza. Così ogni angolo era occupato da bancarelle precarie con su ogni ben di dio, almeno apparentemente, tutto lungo Via Prè, spesso con le ultime novità in audiocassetta e le autoradio più moderne. E le sigarette americane, quelle della Jugoslavia.

La balaustra proprio sopra la scalinata del bar Anna era però lasciata libera, cosicché potesse esser comodo trespolo per un piccolo gruppo di giovani Napoletani ed un grosso coloratissimo Pappagallo. Il colpo d'occhio del suo maestoso batter d'ali si ricorda ancora come attirasse l'attenzione di chiunque passasse nei pressi, i Russi ed i Tedeschi erano i più divertiti, si dice. Per un lungo periodo fiorì così un florido commercio di Pappagalli. Senza grosse difficoltà d'approvvigionamento da parte dei mercanti.

Non furono pochi gli stranieri, marittimi magari un pò alticci dopo i giri nei night-club, che pensarono di portarsi a casa, per pochi dollari, un esotico pennuto e che, dopo averlo regolarmente acquistato dai venditori oriundi, lo videro alzarsi in volo appena lasciato il circondario, per far ritorno nel volger di pochi minuti all'antico padrone, non prima d'aver beccato a sanguinare l'ignaro e incredulo nuovo proprietario, lasciandolo imprecare al vento di Caricamento. 

Questo succedeva così tante volte nello stesso giorno che nei Caruggi s'iniziò a dire "come u pappagallo de Prè, che u vendan vinti volte au giurno me u lè sempre u mescimu", per dir di uno che racconta sempre la stessa scusa a tutti.

raccolto da: Berto, 68anni, nato in Via Madre di Dio.