martedì 6 luglio 2010

tra le tante storie raccolte qui intorno qualcuna "da fuori"...


... tra Prè e Gramsci, nello slargo del mercato scesa la scalinata a destra guardando il mare, si trovava il bar Anna, o un bar che la gente gli diceva dalla Anna, con il suo variopinto viavai. In molti spendevano monete straniere, Americani e Tedeschi i marittimi più ambiti ma se ne trovava come dir, d'ogni razza. Così ogni angolo era occupato da bancarelle precarie con su ogni ben di dio, almeno apparentemente, tutto lungo Via Prè, spesso con le ultime novità in audiocassetta e le autoradio più moderne. E le sigarette americane, quelle della Jugoslavia.

La balaustra proprio sopra la scalinata del bar Anna era però lasciata libera, cosicché potesse esser comodo trespolo per un piccolo gruppo di giovani Napoletani ed un grosso coloratissimo Pappagallo. Il colpo d'occhio del suo maestoso batter d'ali si ricorda ancora come attirasse l'attenzione di chiunque passasse nei pressi, i Russi ed i Tedeschi erano i più divertiti, si dice. Per un lungo periodo fiorì così un florido commercio di Pappagalli. Senza grosse difficoltà d'approvvigionamento da parte dei mercanti.

Non furono pochi gli stranieri, marittimi magari un pò alticci dopo i giri nei night-club, che pensarono di portarsi a casa, per pochi dollari, un esotico pennuto e che, dopo averlo regolarmente acquistato dai venditori oriundi, lo videro alzarsi in volo appena lasciato il circondario, per far ritorno nel volger di pochi minuti all'antico padrone, non prima d'aver beccato a sanguinare l'ignaro e incredulo nuovo proprietario, lasciandolo imprecare al vento di Caricamento. 

Questo succedeva così tante volte nello stesso giorno che nei Caruggi s'iniziò a dire "come u pappagallo de Prè, che u vendan vinti volte au giurno me u lè sempre u mescimu", per dir di uno che racconta sempre la stessa scusa a tutti.

raccolto da: Berto, 68anni, nato in Via Madre di Dio.

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