giovedì 27 settembre 2012

il Ponte, la Rampa e la Pazienza

prima della somma-urgenza


dopo la somma-urgenza

lo stus quo

La storiella di paese ha come location quel tratto di un antico percorso dimenticato, salito agli onori della cronaca per esser stato travolto dalla piena di novembre: via del molinetto, già creusa ora asfaltata. La scenografia è neorealista dai tratti desolanti... macerie su cui crescon erbe selvatiche, spurgo di fogna, blocchi di cemento edificato di recente. Gli attori e i personaggi... la popolazione locale ha ottenuto per ora solo il ruolo di comparse per di più involontarie; altri individui sono i coprotagonisti... l'Operativo, il Tecnico-capo, il politico C, e il collega M; e un gruppo non identificabile fisicamente è l'interprete principale, sono i "rampisti", che trovano l'ideologo nel GranTecnico di Corte, autore di molti altri misfatti architettonici.

Poche ore dopo che il 4 novembre 2011 la pioggia riversatasi sul versanti aveva riempito il Rio e devastato muri e ponti di Via del Molinetto, l'ufficio Somma Urgenza era attive e operativo in loco. 

Il danno maggiore era quello del ponte di accesso alla Via abitata da una quarantina di famiglie, gravemente danneggiato dall'acqua arrivata dalla strada come un fiume, e dichiarato inagibile.
Il gruppo di operai per la ricostruzione appena arrivati si procurarono subito di ripristinare il collegamento alla Via, costruendo un  robusto castello di tubi ed una pedana che, senza toccare l'alveo o il ponte sottostante, permetteva di passare il Rio finanche con una moto o un carretto. Bene. 
Invece no, ordini superiori, forse dal vecchio politico M, imposero di smontare il tutto e lasciare SOLO una scala come accesso alla Via, l'Operativo incaricato del triste mandato cercò anche di imporre alle famiglie di lì una rampa provvisoria davanti alla porta di casa, fallendo. Le persone rispondevano di aggiustare il ponte.
Lo stesso si adoperò allora per ricostruire gli spessi muretti di cemento, certo non dando retta agli abitanti che chiedevano ringhiere, dato che la creusa asfaltata e con pochi tombini s'allaga di continuo. Ripristinando giustamente ciò che era, prima della piena. 
Ma non solo. 
Il Ponte di suo lo si poteva agiustare subito, nessuno nella Via ne dubitava. Con le stesse pietre e un pò di cemento, magari due cavi in tensione per i muretti e ripristinare il selciato con i mattoni e una buona mescola di ghiaione e cemento a tener lo "spaccato". Pochi soldi e poco tempo. Un gruppo di abitanti s'offrì come manovalanza, ma non compete alle comparse un ruolo sì decisivo, evidentemente

Ma il vecchio politico M e l'Operativo, bontà loro, hanno tempestivamente chiesto i "vincoli" della belleArti sullo storico passaggio!, rallentando malauguratamente i tempi per poter intervenire e ripristinarne l'utilizzo. Poi si diceva in paese che gli ecologisti avevano bloccato il ponte, forse non immaginando chi ne avesse davvero tutelato le rovine:
Sicuramente pensando alla tutela di un così antico manufatto come il nostro vecchio Ponte, gli operativi del Comune non persero tempo e si rivolsero alla Sovrintendenza per avviare un percorso che lo vincolasse per la sua importanza storica... Certo che così, magari un giorno lontano e se il ponte non è crollato nel frattempo, lo si potrà restaurare come fosse un colosseo. 

Ora la Via rimane senza accesso da ormai un anno. Sarebbe anche illegale tenere isolate 40 famiglie, ostaggio di una barriera architettonica...

Non si può rifare il ponte, si dice dal Comune, per: mancanza di fondi; per progress sui vincoli richiesti; per attesa di perizia su "franco idraulico"... questi sono i motivi per cui si dovrebbe aspettare anni (anche se tutte le obiezioni sono imputabili a errori dell'Amministrazione dell'epoca... i fondi mal-utilizzati x opere secondarie; i vincoli voluti da loro; l'immediato ripristino by-passava la questione perizia).

L'ipotesi recupero del Ponte cmq scompare dalla scena, definitivamente.
Il Tecnico-capo propone intelligentemente una passerella provvisoria, che ovvi al disagio, in attesa di decidere se il progetto di Rampa che già era nell'aria si possa realizzare, gli Abitanti accolgono con fiducia la proposta del provvisorio.

Proposta che scompare pochi giorni dopo, con delle vaghe spiegazioni sui fondi che sarebbero già spesi x altro, e riemerge con forza l'unica vera soluzione secondo Lorsignori (ideata dal GranTecnico di Corte già da tempo!) : una rampa che garantirebbe l'accesso diretto alla Via, a mezzi e persone, alternativa al Ponte e d edificata abbattendo tre vecchi piccoli edifici privati. Il politico C suggerì alla popolazione di non perdere la ghiotta occasione. 

Costo esagerato e tempi sconosciuti, impresa difficile da più punti di vista. 
Tutti superati dall'intervento di Coop7 che eseguirà tutti i lavori compreso l'acquisto degli immobili in questione assolutamente a costo zero per il Comune. La Regia del Progetto pare sia direttamente del GranTecnico, elemento di fiducia della Regione, e l'Azienda sarebbe rimborsata in tutto dalla Unione Europea. 
Gli Abitanti avrebbero così una bella rampa per accedere alla Creusa, più luce sulla Via, e forse alcuni miglioramenti sull'arredo urbano e magari anche un pezzo di pavimentazione, rifatta come era... Bene benissimo. Il politico C  ed un Tecnico graduato  come rappresentanti  delle Istituzioni hanno convinto i residenti che non c'è alternativa, un caldo pomeriggio d'estate, sul luogo del futuro cantiere, nel mentre il il nuovo politico M ci ha messo del suo promettendo un bel percorso condiviso di partecipazione, garantendo priorità e trasparenza, tanto da prometter che presto si avrà il progetto coop7  documentato ed esposto in Municipio da visionare e criticare, a disposizione degli Abitanti.

Ad oggi, parecchi giorni dopo quell'incontro (e parecchie bestemmie quotidiane all'indirizzo di chi non provvede, da parte di una 50ntina di persone),  non si sà bene a che punto siano i lavori del "tavolo tecnico". 

Si son visti operai prender misure e rilevamenti negli ultimi mesi, ma tutto tace

Qualche autoctono si è spinto sino a chieder a l signor Coop7 se si poteva aver indiscrezioni...niente; le voci ed i sussurri la fan da padroni quando non ci sono info ufficiali, e la calunnia è un venticello, che qualcuno in questa storia ha dimostrato di saper usare.

In questo caso però sembra che le cose siano chiare ormai a tutti. Abbastanza almeno per permettere ai solitamente placidi Abitanti di questo umido rebigo, di capir dove indirizzare la loro esasperazione, per permetter alle "comparse" di questa farsa di riconoscer i "protagonisti" e diventarne gli "antagonisti"...
La sceneggiatura è ancora in corso, è diciamo "progressiva". Presto un nuovo atto. Comunque.

domenica 2 settembre 2012

Risalire il torrente



Calpestando le pietre le osservo, a tonnellate si sono accumulate in ogni piega e anfratto del alveo ora asciutto, in alcuni brevi tratti l'acqua passata con forza le ha invece spianate, piccole spiagge di ghiaia tra i grigi di roccia, calcio una pietra col tacco, alzando la polvere.
Sono mesi che non piove, il Rio resiste con un flebile flusso, ormai carsico, quasi invisibile.
Mi accorgo che mi manca una dimensione a me cara

Mi piace passeggiare lungo il torrente risalendolo; è un pò come lasciarsi attraversare da quell'acqua che scorre. Per lunghi momenti leggera e festosa zampilla tra i ciottoli luccicando d'argento, la corrente trasporta le foglie come barchette, qualcuna s'incaglia, gira vorticosa su se stessa e riparte, così la flotta prosegue. 
Allora il tempo ed i pensieri, scorrono seguendo i ritmi scanditi dal flusso dell'acqua.
Che pare m'accolga, mentre le vado incontro. 
Quando un ostacolo, una piccola serie di massi costringon l'acqua, il salto che ne consegue crea subito uno scompiglio costante, il suono delle piccole rapide ha il sopravvento, definendo l'eternità di uno stato di agitazione, creando brevi e costanti turbinii che inghiottono ramoscelli ed insetti tra le bollicine d'ossigeno in un'onda lieve continuamente rinnovata. Cambio i passi per proseguire, occorre tenersi ed appoggiarsi, scavalcare uno scoglio dovendolo quasi abbracciare. In ogni ansa, in ogni spazio che lo permette, incontro la quiete di una larga e profonda pozza, la trasparenza brevemente increspata dal vento, nel silenzio la rapida si sente lontana, il lago abbraccia le felci e le radici degli alberi intorno, il sole riflette sulle  rocce levigate dallo scorrere dell'acqua. Lì mi fermo, non so se a lungo, mi pare che si, sia lungo il tempo, dilatato nei pensieri che affondano e riemergono come le anguille da sotto le pietre. Nell'acqua, che lenta continuamente scorre. A Cuba con l'acqua si concretizza il "limpiamento" delle persona, che ne trae beneficio, ricordo. Forse è un pò così.

Rattrista sentire sul rio paure e mugugni, ma forse il vociare dei ragazzini divertiti nel "fossato" compensa la scarsa memoria e la malafede di chi vuol tacitare il rumore dell'acqua così come il dissenso su scelte infelici dettati da ottusi interessi. E forse le antiche ed amiche presenze che dalle fonti dispensavano un bene prezioso risentono dello scarso rispetto, del menefreghismo, delle offese portate al torrente nella sua dimensione reale, di chi trasforma una ricchezza in un pericolo, per il proprio potere ed il proprio interesse.

La polvere rimane sospesa un poco, ricadendo sul secco dell'alveo pietroso. Sarà, ma a me l'acqua che solitamente scorre qui sotto mi manca.