martedì 26 gennaio 2010

quezzi, un confine da rivendicare

Trogoli sugli argini del Rio
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Un salto, una cascata anche impetuosa e il Rio lambisce l'antico Ponte di pietra e mattoni, poco più avanti una fogna sgorga puzzolente e libera; il Rio passando sotto alla massiccia volta della strada allarga il suo corso in una piccola piana dove le acque vivaci del Mulinetto incontrano quelle altrettanto fredde e perenni del Finocchiara...


Nasce così il Rio Fereggiano. Stretto tra un'enorme condomino ed un muraglione, un gruppo di piccole case e poi il degrado è totale,,, chiunque butta di tutto, e ciò verrà favorito dalle prossime coperture.


Lì sorgono a livello del fiume gli edifici che verranno abbattuti, uno più recente è stata sin'ora la sede del bar "della gabbri", l'altro, abitato sino a pochi anni fa, pare sia una struttura del 1700; al posto di questi verrà realizzata una curva più ampia dell'attuale, previsti anche marciapiede e maggiore spazio in genere, ed una conseguente migliore viabilità, almeno auspicata.


Sommando questo enorme intervento dal dubbio risultato estetico a quello che sta avvenendo nei dintorni (: strada privata che sventra la collina del Poligono; rimozione di un'intera collina a fianco della piazzetta pedegoli x fare dei box-auto; altri box in fontanarossa e poligono; ancora cemento sugli argini del Rio Finocchiara; eccetera...) sommando il tutto lo scempio è totale, sembra quasi che qualcosa voglia distruggere questo posto...


Intravedo però alle spalle della prossima "cementata" una specie di limite...


Il Ponte Medioevale del Mulinetto e quello altrettanto storico del Finocchiara, la stessa Creusa del Mulino, via Egoli, con tutto il Borgo che s'inoltra per via Finocchiara, si estende sino a Cima d'Egoli e ridiscende al Mulinetto per poi collegarsi con la scalinata di MottaChiusura a S.Maria, a Leamara, al Ratti ... tutto questo può creare un confine, un limite definitivo e rivendicato all'avanzata della speculazione,,, permessa anche da un'ottusa concezione di spazio vitale che lo identifica perlopiù con il posto-auto.


Alle spalle di quest'ultima (spero) grandeopera, esiste-resiste una varietà di piccoli paesaggi e di piccole preziosità, umane e naturali; capiterà tra un paio di mesi di veder saettare, lungo il Rio, l'azzurro del MartìnPescatore, lo si potrà osservare appostarsi sui rami e proiettarsi in un tuffo negli stagni, così come le Ballerine dalle piume gialle saltellare sulla pietra grigia, o le Ghiandaie gracchiare litigiose;


così come si incontrano arcaici lavatoi di pietra e muschio che raccolgono l'acqua sempre abbondante lungo le creuze di ciottoli e mattoni rossi, pur scassate e abbandonate; si notano ancora negli argini del fiume le rocce scavate per metri, a creare un canale per l'acqua che va a cadere su piatte ardesie inclinate, ai bordi del Rio; si superano gradini e scalinate, volte centenarie e ponti, si affiancano muri e muretti davvero "a secco";


sino ad arrivare alle antiche fasce, in fondo ai laghi,,, costruite con pietre così grandi che a guardarle tra le ciglia sembrano Monoliti di un passato scomparso, avvinghiati dai rovi e dalle erbe serveghe in una eterna umidità,,, lì muschi e felci lasciano lo spazio a qualche giglio, selvatico e arancione, dove a volte picchia un pò il sole, dove i 'passi' e i sentieri sono altrettanto raramente calpestati... Questo poi è il mondo dei laghetti, così dimenticato che probabilmente le magiche antiche "presenze", le "Fate dell'Acqua" così care ai nostri antenati, ancora si possono forse incontrare...


L'Acqua. L'acqua è una costante del paesaggio e della storia di questi dintorni; sembra che poco possa prescindere dalla compagna presenza dell'acqua, della pioggia, dei Rii e delle sorgenti e dei mille rivoli che con la pioggia si moltiplicano, dell'umidità che è nell'aria, nelle cose, fino nelle pietre...


Da sempre qui si fanno i conti con l'acqua, a volte son conti in attivo come per le bugaixe ed i mulini, i frantoi, gli abbeveratoi...


a volte invece le si paga il dazio


Dovrebbero pensarci prima di abbattere, modificare, costruire, anche quel che già è progettato.




2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Luciano Rosselli ha detto...

Complimenti per il blog, interessanti i testi e belle le foto. Volevo chiedere se il lavatoio della foto c'è ancora e se a quezzi, a parte quello di via Pinetti, ci sono ancora dei lavatoi. Ti ringrazio Luciano Rosselli