venerdì 28 ottobre 2011

stadera


Si potrebbe immaginare una sorta di compensazione ideale tra l'aver ampliato l'area intorno a LargoMerlo considerando addirittura pedoni e bambini, e l'imminente apertura di un'ulteriore grande sala giochi d'azzardo in una zona densamente popolata, con le sue criticità sociali e già ricca di macchinette da gioco e di luoghi da scommesse.


Forse dare i permessi aiuta ad un controllo sul territorio di stampo poliziesco.
Visto che vengon rilasciati facilmente dalla Prefettura.
Può essere, dato che a livello sociale la politica ha già abdicato da tempo al compito di interpretare le esigenze e prospettare soluzioni.
Si limita a "filmare" la devianza per individuare e reprimere il deviante, ridurre a ordine pubblico evitando per bene ogni prevenzione: c'è un assessore deputato a ciò, pare.
Che infatti acquista telecamere a decine.

Cmq di certo è che ancora non hanno aperto luoghi di aggregazione, incontro, scambio, certo non hanno creato e favorito le condizioni perchè questo possa pian piano realizzarsi. Ne a Merlo, ne lungo la tortuosa e schizzofrenica Via che percorre la Valle del Fereggiano.
Certo è anche che il problema non è la salagiochi, ma l'assoluta mancanza di alternative, magari semplicemente per passare il tempo, se non per impiegarlo in socialità.
Ma perchè mai favorire altri modi di stare insieme, che sfuggono naturalmente ad un controllo ormai capillare sulle persone, sui cittadini? molto meglio l'alienazione garantita dai videopoker così come dalla solitudine della tv ...





venerdì 14 ottobre 2011

ricordando il Gettone Telefonico


...è scomparsa da Pedegloi la Gabina Telefonica, il telefono pubblico, l' antico "punto telefonico" per cui luoghi e locali venivan segnalati sulle mappe.

Il commento più diffuso è una cosa tipo " tanto lo usavan solo gli stranieri...", cosa peraltro non vera. Sembra riesca difficile pensare alle reali conseguenze quando veniamo privati di quello che si definisce Pubblico e che in realtà è una "risorsa comune", sembra che a d ognuno di noi non ci debba riguardare. La logica ottusa e perversa di chi ci ha convinto che è nostro solo ciò che possediamo, che abbiamo comprato.... sigh!

La sua presenza permetteva di comunicare con qualcuno solo con una moneta da 20 centesimi, bastava averci la monetina e comporre il numero, addirittura si ci poteva fer chiamare alla gabina...

Basterebbe pensare a quante cose sono necessarie per fare una telefonata da 20 cent, una volta scomparso il Telefono Pubblico, nell'Era della Comunicazione di massa, comunicazione apparentemente democratica e diffusa...
intanto è necessario possedere un cellulare ( che costa non poco), poi accedere tramite una "sim" che di nuovo costa diversi Euro ed è necessario essere maggiorenni, con i documenti in regola, e il Soggiorno se stranieri, dopodichè è indispensabile fare un operazione di accredito che ancora costa minimo altri 5 Euro. Solo dopo allora si può fare quella telefonata dal costo di 20 cent.

E con così tante e difficili condizioni poste, la soglia di accesso al Diritto di Comunicare si alza incredibilmente! Tanto da escludere diverse tipologie d'utenza, cioè le molte persone che non possono o non vogliono sottostare a questa serie di dictat pretesi dalla Azienda...

Ma non dovrebbero esser le Aziende a gestire la Vita Civica della Comunità, mi pare che la nostra Costituzione ne limiti l'arroganza e la prepotenza (come l'art.41, che presto modificheranno a "misura di mercato")
Allora forse devono essere gli Amministratori che la regolamentano a garantirne i diritti così come stabiliscono i doveri: il nostro diritto di comunicare ed il dovere dell'azienda di fornir un servizio primario.
Ma la telefonia è un potere forte e ricco, difficile contrastarlo, pare.



lunedì 10 ottobre 2011

Via Mulinetto: una pista per motocicli



Via del Mulinetto è frequentata da gruppi di bambinetti e ragazzini, chi in bici, chi in skate; da sempre corrono e giocano lungo questa creusa che offre anfratti e dislivelli propedeutici al divertimento infantile, soprattutto d'estate, ma grazie al bel tempo le attività ludiche proseguono, rallegrano e mischiano urla e risate ai suoni della campagna, del Rio, del vento tra le fronde.
E' un piacere ascoltare con finestra aperta.

Ma ultimamente è cambiato qualcosa, tanto da rendere pericoloso star fuori, per i bambini come per i gatti e i cani.
Chi ha affermato che questa creusa è Carrabile, chi l'ha considerata una strada e l'ha asfaltata ad uso dei motocicli, chi sdegnosamente ha deciso che qui non si sarebbe speso un soldo per preservarne le peculiarità, chi ha impostato e perseguito questa ottusa visione, grazie alla sua abissale ignoranza, ha acconsentito all'USO IMPROPRIO DELLA VIA, e permesso che diventasse, oltre che ad un posteggio per moto e motorini (tanto da rendere difficile la pulizia per l'operaio AMIU e il passaggio e le manovre della sua Apetta), una pista dove sfrecciare a velocità sostenuta, noncuranti di chi o cosa si possa incontrare lungo la Creusa!

Alle educate rimostranze di qualcuno è stato replicato, da alcuni arroganti e prepotenti abitanti, che "questa è una strada per le moto e non ci devono stare i ragazzini, se no sono c...zi loro"
Questo è il risultato: grazie Massardo, grazie Nanìn !!
Ma se e quando succederà qualcosa di grave a chi andremo a chieder pegno?
Forse bastava un cartello che indicasse la creusa come pedonale, asservita al passaggio di mezzi PURCHE' PROCEDANO A PASSO D'UOMO...
Ma era troppo pensare per chi vorrebbe "penetrare" le Valli come fossero gallinelle da stuprare.

Così ora agli abusi, alle appropriazioni indebite di territorio, alle fogne non allacciate che sboccano nel Rio, allo zetto sparso a piene mani nel fossato, ci sommiamo decine di moto sparse ovunque (pur avendo luoghi adatti a posteggiare alcuni posseggono 4 moto per famiglia e le lasciano nella creusa) e un traffico illegittimo e pericoloso.
L'epoca della prevaricazione e della prepotenza ancora non è finita, evidentemente.