lunedì 19 aprile 2010

piazza o piazzetta? this is the problem...

Sabato 24 cm h.16 , Piazza Pedegoli (o Piazzetta?)
verrà ufficialmente insignita di Targa Marmorea Propria con su recante solenne dicitura.
Un doveroso tributo alla Toponomastica Cittadina.

Sul bus 82 già da tempo il sistema audio identifica con la sua gentile voce metallica come "Pedegoli" la fermata;
Salii dalla valle più di vent'anni or sono per stabilirmi a, mi dissero, Pedegoli.
Racconti medioevali parlan della località Pedegoli.

Ma la Politica, si sà, rincorre la gente, i suoi usi e i suoi costumi, e li " regolamenta". Giustamente.
Ora ufficialmente si potrà definire quel luogo col suo nome. Alfine!

(...Non sò perchè ma tutto ciò, la Cerimonia... mi ricorda certi racconti dei nonni sulle usanze delle antiche monarchie che vivevan di riti, di simboli, di allegorie...
o ancora meglio quei film in b/n degli anni 50, con Totò o con Sordi, dove banda e fasce tricolori rendevan surreali certe solenni inaugurazioni)

Comunque.
Mi pare doveroso per ciò che mi riguarda contribuire con gli elementi di mia sicura conoscenza alla costruzione della verità se non storica almeno cronologica dei fatti che portarono alla.

nascita di una Piazza a lungo solo immaginata.

Pochi anni fa non esisteva Piazza Pedegoli, c'era uno slargo asfaltato occupato da auto in sosta e da carcasse abbandonate;
non esisteva neanche una fermata d'autobus e la gente aspettava il bus in mezzo alla strada.

Un gruppo di cittadini si riunì in una Associazione (il Circolo Culturale Collettivo Popolare) per stimolare il dibattito e le iniziative atte a ottenere fermata bus e spazio pedonale;
alcune persone armate di buona volontà e buon senso, slegate dai partiti e convinte della necessità di ristabilire il proprio peso in un Patto di Cittadinanza a volte disatteso dalle Istituzioni;
ricordo Luigi, che si diede un gran daffare.

Inizialmente nei piani Comunali eran previsti 5 posti auto pubblici e sembrava, a sentire "i soliti 4" urlare nell'Assemblea, che di quei parcheggi non si potesse fare a meno e che della Piazza non importasse a nessuno.

Evidentemente non era così, visto che tutti, anziani e ragazzi, ora godiamo di questo spazio, dimostrando che il Dissenso e le Istanze rivendicate dai Cittadini hanno spesso ragione d'essere.

La sensibilità di rappresentanti dell'Istituzione (Burlando) direttamente coinvolti nel dibattito dall'Associazione stessa ha fatto si che in un ufficio della Regione un nostro associato facesse notare al Funzionario preposto la necessità di un luogo dove le persone potessero fermarsi ed incontrarsi: una Piazza;
e che Pedegoli era per vocazione storica una Piazza. L'unica a Quezzi.

In seguito a questo Incontro, cercato nonostante la nostra proposta venisse spacciata come minoritaria rispetto al volere dei più, il "Progetto Piazza" venne inglobato nel programma dell'attuale Amministrazione, questo di fatto ne permise la realizzazione;
magari la chiameranno Piazzetta consapevoli della pochezza dell'impegno investito nel realizzarla (manca di illuminazione e di protezione, la fontanella è per gatti e l'aiuola son 2 vasi...).

Il manifesto del MunicipioIII richiama i "ragazzi dei tornei di calcetto del '50" ad esser presenti alla Posa della Targa col nome della Piazza,

Forse chi partecipò al calcetto nel 1950 in questo slargo, oggi ci avrebbe posteggiato l'auto se altri non l'avessero voluta PIAZZA, a permettere i giochi dei ragazzi nel 2010...


domenica 18 aprile 2010

il Comandante Rino.

(trent'anni fa, più a valle...)

il Comandante Rino, che forse non fu comandante ma non importa.

Vecchio e Partigiano, un pò sclerotico con un carattere deciso e forte. Ci venne quasi a prendere, in una malfamata Piazza, proprio a noi: un gruppaccio di adolescenti arrabbiati e controcorrente, incompresi dai più, anzi presi in genere per teppisti che ascoltan musica assordante.

Grande e grosso com'era non ci parve il caso di rifiutar l'invito.

Così l'ANPI entro a far parte di quel giro virtuoso che comprendeva alcuni luoghi in quartiere, quali un paio di cineforum e le poche buie osterie scampate alla modernità.

L'angusto Circolo dei Partigiani ci ospitava tollerante e ci forniva delle economiche Moretti coi rispettivi gotti, qualche uovo sodo col sale e la possibilità di passar lì del tempo, di osservare vecchie fotografie, di ascoltare ricordi e racconti.

I racconti del Comandante Rino avevan un non so che di avventuroso, sempre.

Avventurosi e maschilisti. I due tratti che li distinguevano e che li facevano divertenti. Anche esagerati, a volte.

Certamente Rino ci ha aiutato a crescere Antifascisti, anche se non ha mai voluto svelarci in quale pozzo, quale buco, grotta o anfratto della Val Bisagno ancora le armi stavano nascoste, nel caso che "loro" tornassero.

Credo che ogni Combattente avesse un posto dove recuperar le armi nascoste, che ogni sincero Partigiano abbia conservato quelle armi, pronto a difendere nuovamente dignità e libertà.

Se non altro nel proprio cuore.

Ed è un pò questo il fucile che il "nostro" Comandante Rino ci ha passato.

Un pò insieme al dovere di tenerlo pronto e oliato.

Presenti, Comandante!!