domenica 18 aprile 2010

il Comandante Rino.

(trent'anni fa, più a valle...)

il Comandante Rino, che forse non fu comandante ma non importa.

Vecchio e Partigiano, un pò sclerotico con un carattere deciso e forte. Ci venne quasi a prendere, in una malfamata Piazza, proprio a noi: un gruppaccio di adolescenti arrabbiati e controcorrente, incompresi dai più, anzi presi in genere per teppisti che ascoltan musica assordante.

Grande e grosso com'era non ci parve il caso di rifiutar l'invito.

Così l'ANPI entro a far parte di quel giro virtuoso che comprendeva alcuni luoghi in quartiere, quali un paio di cineforum e le poche buie osterie scampate alla modernità.

L'angusto Circolo dei Partigiani ci ospitava tollerante e ci forniva delle economiche Moretti coi rispettivi gotti, qualche uovo sodo col sale e la possibilità di passar lì del tempo, di osservare vecchie fotografie, di ascoltare ricordi e racconti.

I racconti del Comandante Rino avevan un non so che di avventuroso, sempre.

Avventurosi e maschilisti. I due tratti che li distinguevano e che li facevano divertenti. Anche esagerati, a volte.

Certamente Rino ci ha aiutato a crescere Antifascisti, anche se non ha mai voluto svelarci in quale pozzo, quale buco, grotta o anfratto della Val Bisagno ancora le armi stavano nascoste, nel caso che "loro" tornassero.

Credo che ogni Combattente avesse un posto dove recuperar le armi nascoste, che ogni sincero Partigiano abbia conservato quelle armi, pronto a difendere nuovamente dignità e libertà.

Se non altro nel proprio cuore.

Ed è un pò questo il fucile che il "nostro" Comandante Rino ci ha passato.

Un pò insieme al dovere di tenerlo pronto e oliato.

Presenti, Comandante!!




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