giovedì 23 dicembre 2010

" Ero sul Bus... "


L
'affermazione del concittadino e Consigliere Luciano Grillo registrata dal sec.xix di ieri e di oggi fa un pò sorridere qui i paesani, ma tocca un tasto che dir dolente è un 'eufemismo.

Ieri mattina si è raggiunto un apice pericoloso della nevrosi collettiva che nelle ore di punta, mattina e sera, trascende in comportamenti inaspettati quanto giustificati dalle condizioni impossibili in cui veniamo quotidianamente costretti dalle scelte opinabili in cui lo stesso Luciano è coinvolto come vittima in quanto Quezzino e responsabile in quanto Cons. di maggioranza in Comune.
A Largo Merlo l'ingorgo si è protratto per tempi biblici, bloccando tutta la viabilità di tutta la valle, complici le festività e la pioggia ma non solo.

I cantieri aperti in contemporanea Pubblici e Privati non si contano ed è difficile intravedere il termine dei lavori, sempre in attesa che, come promesso dalla Politica, rendano magnifici vantaggi e facciano da "volano" per un risanamento radicale delle nostre marginali criticità.

In questo periodo l'incoerenza della gestione della linea bus82 da parte di AMT ha dato il massimo: i bus incastrati nel marasma erano almeno quattro in salita e altrettanti in discesa, come fossero partiti tutti ad un minuto uno dall'altro (cosa che succede spesso), mettendo gli Autisti "tra u massun e l'anghìse" (trad:tra il martello e l'incudine) a far da parafulmine all'ira di utenti e cittadini.

Ieri mattina una signora davvero esasperata pare sia riuscita a raggiungere telefonicamente un Assessore ed a esporgli la sua collera augurandogli a gran voce alcune fastidiose infermità, sostenuta da un nutrito gruppo di viaggiatori.
Gli studenti arrivano "puntualmente in ritardo" a scuola e l'incertezza sui tempi di viaggio costringono al mezzo privato anche chi andrebbe a lavorare in bus... non essendo da meno ciò che si ripresenta alla sera tra le 18,30 e le 20.

Presto (?!) avremo una strada schizofrenica... alcuni tratti saranno ampissimi ed altri rimarranno lunghe strettoie, giocoforza sarà occupare con auto in sosta lo spazio ottenuto, vanificando gli intenti di una visione ottusa di sviluppo che vede nell'auto privata il top della mobilità urbana.

E guardando la curva di Pedegoli, ormai ai più vien da pensare che davvero bastava un semaforo.

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