lunedì 28 novembre 2011

La Cava del Ratti



Per dirla come usan fare i nostri amministratori sempre in cerca di quello...
la Cava del Ratti, la Cementifera come la chiamano a Valle:
è il reale "volano" per costituire il famoso e atteso "Parco dei Forti".
Chi ha sfruttato quel monte per legge deve ricomporre i resti ad un uso sensato e sicuro.
Bene.
La prossima Amministrazione deve averlo come priorità.
Non solo "mettere in sicurezza" la zona, ma fondamentalmente restituirla alla Città in un disegno ampio di rivalutazione e recupero dell'area ai margini della stessa: la realizzazione di un Parco dei Forti, condividendo la progettazione con la popolazione che i "margini" li abita.

Oppure aspettiamo, come s'usa fare ad oggi.
Aspettiamo che la piccola Valle del Rio Finocchiara, con le tipiche casette delle lavandaie, si trasformi, dopo un bel monsone nostrano, in una distesa di detriti.

martedì 22 novembre 2011

Post-alluvione, Somma Urgenza. Ugh!


Somma Urgenza. Cosi vien definito il "primo" intervento, guidato dal Comune ed immagino demandato al Municipio3.
Ripristino delle precedenti condizioni di sicurezza e di utilizzo. E i bravi operai al lavoro da qualche giorno stanno ben facendo il loro.

Ma, a parte la priorità di far tornare la creusa carrabile, molto discutibile e dettata da chissà quali convinzioni, c'è il rischio che un peccato originario, un'incomprensione di fondo degli eventi, possa viziare malamente l'efficacia degli interventi, anzi ricreare le condizioni che han contribuito al disastro:
Il non aver capito (?!) la dinamica degli eventi pluviali e alluvionali, in quel luogo e in quella circostanza almeno.

Risulta chiaro il "pensiero guida" dal Progetto che qualcuno sta pensando di applicare agli scarichi della Via sugli argini del Rio. Consiste in tubi di scarico laterale ai quali sul lato di caduta dell'acqua vi è una farfalla che ne impedisce il rientro e il flusso contrario
Costerà molto, pare sia una versione altamente tecnologica.
In tanti abbiamo proposto di posizionare delle colonnine in muratura, con una ringhiera di ferro lungo tutta la Creusa, cosicchè le piogge possano defluire direttamente nel Rio. Magari con una strada di pietra (qualsivoglia) leggermente curva a "schiena d'asino"...

Questo perchè qui TUTTI sappiamo che il Rio non è MAI, neanche 'stavolta, esondato dal suo corso, ma è la strada che diventata un canale impermeabile manco fosse un acquedotto romano ha distrutto i muri precipitando tutto ciò che c'era nel torrente. Che mai, in nessun punto della strada è uscito dall'argine. I Ponti sono stati danneggiati dagli enormi detriti trascinati, da tronchi di 6, 8 metri, da massi di 50 chili che parevano lanciati con la fionda.
Lo si vede bene nelle foto sugli altri post del blog: il Rio pur iracondo scorre al di sotto del muro mentre la strada frana nel suo letto.
Lo si capisce anche vedendo che i muretti sono caduti DENTRO il torrente, spinti dall'esterno, dalla strada.

Ma allora perchè l'ostinazione a negare? perché ribadire che intorno al Rio tutto va bene, tutto è fatto a regola d'arte e col buon senso? Non è così! nè qui nè in nessuna nelle piccole Valli marginali della Città, divenute quartieri popolari, dove veder applicare il buon senso ed avere una buona qualità di vita son diritti ai quali pare noi non si possa ambire.
Certo sarebbe ingenuo aspettarseli come regalo, forse forse bisogna pretenderli.

PS- tra le NON urgenze ci sarà anche la fogna delle case sopra al mulinetto (via mottachiusura) che copiosa si riversa tutt'oggi nel Rio? si ruppe anch'essa il 4 novembre

Coro Quattro Canti diretto da Gianni Martini a Pedegoli













lunedì 21 novembre 2011

Provocando alluvioni. Quando va bene.





Allargando le vie rurali e rendendo carrabili le Creuse si provoca al di sotto della strada una valanga d'acqua sulle fasce sottostanti e la costante erosione fa crollare diversi muri, trasportando il peso e la massa d'acqua piovana con forza a fondo valle.
Questi interventi, queste "strade di penetrazione", sono una costante delle nostre micro-valli, e sono sia pubbliche che private.
Nella foto "paciugata" si vedono, colorate, le molte vie che tagliano e tappezzano con park i pochi km quadrati nel versante est della piccola e piovosa Valle.

Qualcuno ancora nega il danno che queste hanno probabilmente provocato saturando ed esasperando il corso del Rio Ferreggiano (qui nella "conca" di Pedegoli se ne contano ben SEI che tagliano i versanti delle Valle, tutte assolutamente prive di drenaggi e impermeabili) con cascate laterali devastanti che trascinando detriti e motorette hanno invaso il Rio.
Ma non sono solo cose retaggio degli anni bui, la cronaca attuale non smentisce il bisogno insano di consumare il Teritorio.
Rifondazione a Marzo del 2010 tramite Bruno ha fatto una interrogazione in Comune sul dissesto idrogeologico di Quezzi e sugli ultimi permessi concessi a nuovi sbancamenti e cementificazioni, per box. Senza esito. (Cmq grazie)

Ma al di là di questo nella foto si vede la sponda "a picco", sui palazzoni tipici, della parte carrabile di Via Mottachiusura... la sponda a monte è già ben cementata e costruita mentre ora si ci appresta a invadere il terreno scosceso, con ardite costruzioni da dedicare agli ambiti posti-auto.
Lungo tutta la Via fioriscono questi azzardi, ovviamente autorizzati da quei funzionari che mai lo farebbero a "casa propria". Con buona pace della prevenzione.


sabato 19 novembre 2011

una Cantata per il Ponte


Cantata per il Ponte

Questo momento di musica è dedicato al Ponte medievale del Molinetto, danneggiato nell’ultima alluvione.

Vuol anche attirarel’attenzione sulla salvaguardia delle peculiarità di questi luoghi:

orti e muri “a secco”, frutteti e oliveti, ponti storici e frantoi, sentieri e antiche Creuse, lavatoi e trogoli arcaici… un Territorio ricco di elementi rurali e tradizionali, di componenti paesaggistiche e architettoniche inseribili in un'unica Area da valorizzare con gli interventi adeguati per identificarla con un Parco Urbano dalle mille potenzialità, dove riscoprire la buona qualità della vita in collina.

Partendo magari proprio dal Ponte del 1200 e dall’antica Creusa del Molinetto, con un Progetto che ne recuperi le caratteristiche, inserendolo in una pianificazione di tutele e interventi più ampia e lungimirante.

Grazie ancora al “Coro Quattro Canti” che, sensibile all’argomento, ha voluto esprimere la propria solidarietà rendendo possibile questo evento.

Vivereincollina- associazione informale tra Cittadini

Novembre 2011


mercoledì 16 novembre 2011

Ferregiano: le sorgenti del Rio Marassi (Molinetto)







...una volta superare le ultime case si cammina direttamente sul greto del Torrente.
Piccole frane di terra e pietre si incontrano sovente risalendo il Rio verso la sorgente, ma quello che si nota è la quantità di materiale accumulato sul letto, nel corso d'acqua, in alcuni tratti il Rio rimane coperto dalle rocce grigio-bianche, levigate e spaccate in tutte le misure.
Cumuli di ghiaia azzurrina si sono fermati addosso ad alberi alti 6-8 metri sdradicati ed appoggiati su macigni prima mai visti, eppure non sembra che si sia staccato un pezzo di montagna o che si sia scavato una qualche diga naturale, un blocco che poi ha ceduto.
Anche le frane di terra sono lunghe qualche metro e profonde neanche uno, sembrano zolle di terra scivolate sullo scoglio sottostante ora rimasto scoperto. Anche se di terra rossa ne è scesa parecchia accumulandosi negli anfratti abitati più sotto.
Comunque i laghetti come li conoscevamo non ci sono più.
Ce ne sono altri, diversi, più piccoli forse, più luminosi e levigati certamente, quasi un'ambiente di montagna...

L'alluvione e le discariche occasionali e abusive.


Tra le tante piccole frane che costeggiano il Rio Molinetto, la più curiosa è quella fotografata all'altezza dell'ultima casa della via, alle spalle della stessa.

Da un canalone di roccia che solitamente porta al torrente l'acqua piovana raccolta dalle fasce sono arrivati giù con forza quintali di spazzatura, mobili, elettrodomestici e calcinacci.
Facendo mente locale si capisce che al di sopra del canalone non si trovano altre case, bensì una strada, quella che porta dalla Torretta a Leamara (cappella dei cacciatori).

Pare allora possibile che qualcuno abbia utilizzato il terreno al di sotto della strada per farne da un bel pò di tempo una DISCARICA, abusiva ovviamente, e pericolosa probabilmente, avendo precipitato, appresso alle ultime piogge, un cumulo di tonnellate di detriti e spazzatura sulla casa che ha l'ultimo civico della Via.
La casa che ora è dichiarata inagibile.



domenica 13 novembre 2011

Quezzi: come è iniziato, sequenza foto.







La Creusa, resa un canale impermeabile, si riempe. I fori nel muretto si tappano quasi subito.

L'acqua spinge e fa crollare i muretti all'nterno del Rio, insieme a detriti vari.

Cassonetti, spazzatura e i molti motorini lungo la creusa, sommati all'acqua e fango che arrivano dalle cementazioni laterali sfondano il ponte e tutto ciò che incontrano.
Qui la resistenza offerta dalla struttura del ponte e dalle carcasse devia l'acqua definitivamente nel torrente, SALVANDO il gruppo di casa poco dopo, tutte al di sotto del livello stradale
Ciononostante la creusa asfaltata si rigonfia di fango in pochi metri, arrivando al ponte più in basso impetuosa e distruttrice quanto lo stesso Rio.

...il tutto prosegue aumentando volume e forza sino a valle...





venerdì 11 novembre 2011

Sabato 19, musica in memoria del Ponte Medioevale della Creusa del Molinetto



vivereincollina
associazione informale tra cittadini

evento musicale nei pressi di Piazzetta Pedegoli a Quezzi

sabato 19, alle 15,30 circa

(se non piove)

dal Ponte Medioevale della antica Creusa del Molinetto

piccolo concerto del Coro Quattro Canti
diretto da Gianni Martini

alcuni brani in omaggio al Ponte del 1150, in rovina dopo l'alluvione

un momento di musica dedicata alle nostre pietre

Se siete nei pressi non mancate!

mercoledì 9 novembre 2011

Quezzi, alluvione. Danni prevedibili.


"... Si chiede da più parti e con diversi toni Spazi sociali, attenzione alla qualità della vita, riguardo e tutela per l'ambiente...

ma la risposta dell'Assessore alla CittàSicura è questa: video-sorvegliare!

Ma cosa? Il degrado del cemento edificato senza cognizione? l'incuria del verde lasciato degenerare a discarica? di quale sicurezza si stanno occupando?

Il letto del Rio Finocchiara è ormai una foresta con rami che raggiungono la strada e subito appresso al gomito del torrente che corre tra lisci argini di cemento, si trovano le case quasi sul greto, a contatto con il canneto, le anatre, l'acqua del Rio...

Io abitassi in quelle casette così caratteristiche non mi sentirei poi tanto sicuro, nonostante le iniziative del Sig. Scidone..."

Nella foto le casette di cui si parla in questo post di qualche mese fa, come sono dopo la piena dei due Rii che danno origine al Ferreggiano.



martedì 8 novembre 2011

Quezzi e l'alluvione, i box-auto e la Parrocchia.


Il Parroco invoca l'assunzione di responsabilità.
Immagino che non si riferisca a quelle penali, ma a quelle etiche, e morali.

Forse anche di chi con superficialità trae profitto sfruttando magari il territorio ed apparentemente non dando danno particolare ad alcuno, anzi.
Forse allora anche di chi, sbancando tonnellate di terra, costruisce box auto, utili e richiesti, interrati negli angoli ancora liberi del quartiere. Tra due palazzi o inerpicati su antichi terrazzamenti fioriscono da qualche anno su per l'angusta e sovraffollata Via.

Ma poi perchè non trarne un utile ecconomico?
Perquanto ormai si sappia che il consumo del territorio non è poi così lecito rispetto al nostro e l'altrui futuro, per quanto si conosca il danno che si crea in una situazione idrogeologica così complessa come a Quezzi cementando e ostruendo parte dei mille rivoli d'acqua così come la capacità del terreno di assorbirla, perquanto questo sia una concausa della pressione pluviale esercitata a Valle dove le strutture non sono in grado di contenerla ne smaltirla...

Ebbene nonostante tutto ciò il Progetto di sbancare decine di mt cubi e costruire una quarantina di box su terreno ecclesiale renderà alla Parrocchia di Quezzi alta un ottimo ritorno: alcuni box personali e la costruzione di un campo da calcio con servizi, da affittare agli atleti del quartiere.
Saranno già tutti venduti, in posizione strategica: quasi in cima alla collina, giusto poco dopo il Condominio delle venti famiglie sfollate quest'oggi per l'alluvione, saranno proprio sotto il piazzale della Chiesa. Dove quest'estate il crollo di un muraglione ha fatto accelerare i lavori, che son ormai a buon punto.

Senza che si metta in dubbio la necessità che ognuno rifletta sulle proprie responsabilità.

ps- ma l'ascensore detto "di mazzarello" in costruzione, anche su terreni acquistati dalla Parrocchia di L-Merlo, è un progetto sicuro dal punto di vista idrogeologico?

Quezzi, l'embrione del disastro. Note.




Si continua a dir che il fiume è esondato nella strada ed ha tirato dentro alla sua corsa le cose incontrate.
Non è andata così.
Non qui, all'embrione del disastro.

Sono Partigiano d'indole e non mi smentisco ora, parteggiando per il Rio.
Che ha tentato dove ha potuto di riprendersi il suo minimo spazio vitale.
Spazio che i vecchi, ma quelli così vecchi da esser morti, conoscevano e con cui andavan d'accordo: gli argini che han tenuto e che il Rio ha "riscoperto" sono quelli più antichi.
Tutti sappiamo che avrebbe sfogato la sua forza contro il mare, non glil'avessimo impedito.

E 'sta volta oltre che l'asfissia degli argini ristretti ha subito un'ulteriore carico.
La strada, l'antica creusa del Molinetto (di recente riasfaltata e ritombinata malamente) che lo fiancheggia era nelle condizioni ideali per divenire un canale dove l'enorme quantità d'acqua che precipitava dalle fasce e dai terrazzi laterali potesse incanalarsi e correre alta un metro a folle velocità parallela al fiume... sino a sfondare i muri e, insieme a detriti, lamiere, motorini e cassonetti, scaricare tutto nel fossato già gonfio di rocce e legname. Esasperandone fatalmente le condizioni.

Nella foto si vede l'acqua precipitare lateralmente al Rio. E' bene precisare che sul lato destro(guardando al mare) della valle esiste Via Mottachiusura, creusa trasformata in "strada di penetrazione" e asfaltata senza un minimo drenaggio. Provoca cascate d'acqua già con le normali piogge.
Sul lato sinistro invece sono due le strade, queste private, che tagliano la collina e terminano in piccoli park. Il tutto è impermeabile e provoca di solito il crollo delle fasce sottostanti con il carico d'acqua piovana.
Nella seconda foto si vede la creusa colma d'acqua che sfonda i muretti ed invade il Rio, che di suo corre, con forza ma al di sotto della strada. (inoltre la malsana idea di bucare il muretto anziche rimettere i tombini di pietra non èservita al defluire e ha reso tutto ancor più friabile)


da un giorno all'altro.




lunedì 7 novembre 2011

Territorio e Decentramento, tutta la cascata di Potere è coinvolta.





Tra il fango e i detriti, su un muro scolorito, si scorgono due volantini, datati marzo 2010.
Il contenuto parla da se.
Le risposte di Massardo e del Municip-cip3 ricordo furono di indifferenza, prima, quando neanche degnaron i Cittadini di ascolto, e poi di fastidio, esplicitato in un intervista al giornale in cui dichiara di "non voler spendere un soldo per quel posto" riferendosi al Molinetto e alle timide e sensate obiezioni degli Abitanti al suo progetto d'asfaltare e di rendere carrabile tutto il possibile.
I bistrattati Cittadini trovarono anche i potenziali Fondi... ma nulla. E' un muro è di gomma, conclusero.
In Consiglio Comunale rimane traccia grazie ad una interrogazione di Bruno (R.C.), alla quale la gentile Ass. Corda diede spiegazioni e rassicurazioni. Smentite dall'operato del Municipio e dalla ditta d'asfaltatura... con un pessimo risultato: una pista liscia e ripida, senza drenaggi funzionali dove se piove forte l'acqua è alle caviglie.
Ne rimangon le rovine.


Ferreggiano, alle origini del disastro.






Il torrente Ferreggiano nasce alla confluenza dei due altri Rii: il Finocchiara e il Molinetto, che uniscon le turbolente e rapide acque all'altezza di piazzetta Pedegoli, dove si è realizzato un Progetto accentratore di risorse destinate alla sicurezza del Fiume che è parso invece destinato alla viabilità ed ai parcheggi... ma questa è un'altra storia.
Come la malridotta antica creusa del molinetto anche la creusa di Finocchiara è stata asfaltata e "ampliata". ed ora il Rio si è ripreso il suo spazio. Almeno dove ha potuto.
Dove invece l'intervento umano è stato davvero risolutorio, allora lì ha preferito correre veloce e incazzato verso valle e verso l'incontro con un'altrettanto imbrigliato Rio, e spumeggiante abbattere tonnellate d'acqua e detriti sulle sventurate case d'abbasso. E' andata bene, tutto è stato così rapido da lasciar segni come graffi, non troppo pesanti benchè visibili.

Nelle prime due foto il Rio Finocchiara poco prima di diventar Ferreggiano... una pista da velocità.
Nelle altre il Rio Finocchiara più a monte dove ha potuto allargarsi a discapito di posteggi pensili autoprodotti che ne invadevano l'argine.
Il Rio un giorno dopo la pioggia si presenta così: un ruscello placido e trasparente...

domenica 6 novembre 2011

Marassi. Alle falde del Ferreggiano, particolari


non mi pareva il caso di aderire a quell'immagine del blogger che in pieno evento posta impressioni a caldo e pubblica tempestivo sul blog... non ero con l'acqua alle ginocchia a batter i tasti del pc.
C'era da intervenire tempestivamente, ripescare dal Rio moto e cassonetti, i tronchi più grossi, le lamiere, e da sgomberare la stretta creusa dal fango e dai detriti...
Con il vicino non parlavo da mesi... entrambi ci siam trovati a spalare la strada, la strada di tutti.
Del resto di quel che è accaduto se ne parla in un buon numero di post precedenti...

La piena ha trascinato tutto quel cemento che asfissiava il fiume, tutto quel che gli stupidi hanno abbandonato nel Rio, tutto il legname accatastato dalle piogge, e con una furia impressionate l'ha sbattuto contro i ponticelli medioevali, che dopo centinaia d'anni, hanno ceduto, almeno in parte.
Quello fotografato qui sopra è il ponte medioevale, documentato come parte del complesso datato al 1150. Era tutelato dalle Belle Arti ma continuamente insultato dai tapulli d'asfalto e dall'indifferenza agli appelli dei cittadini per salvarlo dal degrado...

Ora forse sarebbe il caso di PRETENDERE che le cose vengano ricostruite seguendo una direzione dettata dal buon senso e dal rispetto verso i Cittadini e la loro vita quotidiana... partendo proprio da una creusa con drenaggi e mattonata, dai nostri Ponti restaurati e dall'attenzione dovuta al Territorio e alla sua "natura"...

Se non ora, quando?