una via di penetrazione nella valle.... sigh!
Penetrazione.
Nell'immediato mi richiama un immagine sessuale.
Peraltro emblematica del rapporto Potere-Cittadini.
Poi torno a seguire il discorso del Cons. Com. Luciano Grillo.
Espone l'idea che le circonvallazioni carrabili in collina non siano più adeguate e si propone per la soluzione meno impattante (!) delle "strade di penetrazione", le quali dovrebbero così agevolare gli abitanti dei nostri bricchi.
E magari contribuire ad un'ulteriore edificazione lungo queste nuove arterie d'asfalto...
Un flebile richiamo ad una visionaria proposta di qualche tempo fa riguardo al Parco dei Forti, (l'istituzione di un'area verde a ridosso dei quartieri di SMartino, SFruttuoso, Quezzi e Marassi) nel discorso di Grillo farebbe ben sperare, e un'elaborazione condivisa sul territorio di questo progetto forse troverebbe ampio consenso...
Penetrare, entrare nell'intimo.
Nell'intimo di una Valle, pur microscopica come i nostri rebighi di roccia, ci si può introdurre seguendo le pieghe del territorio, i dislivelli , le curve, le condizioni in cui si inseriscono armonicamente i passi, le creuze, esistenti e custodite da muraglie anch'esse adeguate al terreno; e questa via d'accesso più che di penetrazione, la si puo rendere percorribile lastricando relativamente, lasciando i drenaggi naturali e le vie per l'acqua preesistenti.. alcune potrebbero essere di terrabattuta e non necessariamente arrivare ad ogni singola casa...
La moderna ingegneria civile ha soluzioni per realizzare senza compromettere il territorio, bisogna volerlo.
E l'impressione avuta è che il termine strade di penetrazione implichi invece l'idea che tracciare una bella linea retta sia sempre la più rapida soluzione e che l'asfalto sia ancora il top dei materiali amati dai "nostri", malcelando il calcolo di quanto valga in più un abitazione con strada sotto casa.
Ma come stanno assieme le due cose, mi chiedo.
Come pensare un futuro di un Territorio inserendolo in un Area che ne dovrebbe valorizzare gli elementi rurali, tradizionali, le componenti paesaggistiche e architettoniche, e nel contempo immaginare di far passar strisce d'asfalto tra gli ulivi disseminando villette?
Si parla di fasce a secco, frutteti e oliveti, pascoli utilizzati per la transumanza, sentieri e strade militari, sino al mulino, ai trogoli e ai "laghi" delle lavandaie, alle strutture medioevali, e a tutto un ambiente di pietre e di legno inzuppato che richiama ad un estetica della miseria sino a ieri vissuta negli anfratti della città, qui e altrove. E che non dovremmo voler cancellare.
La stessa idea conservativa darebbe spazio alla valorizzazione, all'interno di un territorio tutelato Le attività già presenti ne avrebbero un valore aggiunto, così sarebbe per chi produce olio o basilico, chi ortaggi e sapori e chi ha ancora oggi animali da latte e da uova, e credo che trasportare a valle la produzione con trattorini e a dorso d'asino non gli dispiacerebbe neanche troppo se questo li rendesse ancor più "unici" di quanto già lo siano.
Ci sono diversi modi di entrare, ad esempioin un bosco, uno possibile è spostando i rami e le foglie e scavalcando le radici più grosse, deviando davanti ad un ostacolo assecondando il terreno.
Un altro è tirare dritto con l'ascia e il machete.
Scommettiamo su come penetreranno le colline?
Penetrazione.
Nell'immediato mi richiama un immagine sessuale.
Peraltro emblematica del rapporto Potere-Cittadini.
Poi torno a seguire il discorso del Cons. Com. Luciano Grillo.
Espone l'idea che le circonvallazioni carrabili in collina non siano più adeguate e si propone per la soluzione meno impattante (!) delle "strade di penetrazione", le quali dovrebbero così agevolare gli abitanti dei nostri bricchi.
Un flebile richiamo ad una visionaria proposta di qualche tempo fa riguardo al Parco dei Forti, (l'istituzione di un'area verde a ridosso dei quartieri di SMartino, SFruttuoso, Quezzi e Marassi) nel discorso di Grillo farebbe ben sperare, e un'elaborazione condivisa sul territorio di questo progetto forse troverebbe ampio consenso...
Penetrare, entrare nell'intimo.
Nell'intimo di una Valle, pur microscopica come i nostri rebighi di roccia, ci si può introdurre seguendo le pieghe del territorio, i dislivelli , le curve, le condizioni in cui si inseriscono armonicamente i passi, le creuze, esistenti e custodite da muraglie anch'esse adeguate al terreno; e questa via d'accesso più che di penetrazione, la si puo rendere percorribile lastricando relativamente, lasciando i drenaggi naturali e le vie per l'acqua preesistenti.. alcune potrebbero essere di terrabattuta e non necessariamente arrivare ad ogni singola casa...
La moderna ingegneria civile ha soluzioni per realizzare senza compromettere il territorio, bisogna volerlo.
E l'impressione avuta è che il termine strade di penetrazione implichi invece l'idea che tracciare una bella linea retta sia sempre la più rapida soluzione e che l'asfalto sia ancora il top dei materiali amati dai "nostri", malcelando il calcolo di quanto valga in più un abitazione con strada sotto casa.
Ma come stanno assieme le due cose, mi chiedo.
Come pensare un futuro di un Territorio inserendolo in un Area che ne dovrebbe valorizzare gli elementi rurali, tradizionali, le componenti paesaggistiche e architettoniche, e nel contempo immaginare di far passar strisce d'asfalto tra gli ulivi disseminando villette?
Si parla di fasce a secco, frutteti e oliveti, pascoli utilizzati per la transumanza, sentieri e strade militari, sino al mulino, ai trogoli e ai "laghi" delle lavandaie, alle strutture medioevali, e a tutto un ambiente di pietre e di legno inzuppato che richiama ad un estetica della miseria sino a ieri vissuta negli anfratti della città, qui e altrove. E che non dovremmo voler cancellare.
La stessa idea conservativa darebbe spazio alla valorizzazione, all'interno di un territorio tutelato Le attività già presenti ne avrebbero un valore aggiunto, così sarebbe per chi produce olio o basilico, chi ortaggi e sapori e chi ha ancora oggi animali da latte e da uova, e credo che trasportare a valle la produzione con trattorini e a dorso d'asino non gli dispiacerebbe neanche troppo se questo li rendesse ancor più "unici" di quanto già lo siano.
Ci sono diversi modi di entrare, ad esempioin un bosco, uno possibile è spostando i rami e le foglie e scavalcando le radici più grosse, deviando davanti ad un ostacolo assecondando il terreno.
Un altro è tirare dritto con l'ascia e il machete.
Scommettiamo su come penetreranno le colline?
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