venerdì 30 luglio 2010

chi controlla i controllori?



La collina sulla quale s'inerpica Via delpoligono di Quezzi con le sue curve e i suoi palazzoni figli della speculazione selvaggia anni 60 non ha pace neanche in questo nuovo secolo.
A Quezzi i ricchi fan un pò quel che gli pare, certo non è zona da Signori ma speculare in Albaro è sicuramente più difficile, così si accontentano.
Di fatto quel Monte sta subendo un'ulteriore offensiva da parte del cemento, per il tornaconto di alcuni privati, a discapito di un Territorio in asfissia.

Dalla Via principale si sta ultimando una strada privata azzardata tra i tralicci enel e gli alberi a rischio d'abbattimento, per consentire l'accesso in auto ad una casa posta in alto. nel bosco secolare anch'esso a rischio di taglio vista la scarsa sensibilità ambientale dei nuovi proprietari, che si dice abbiano intenzione d'aprir un'agriturismo (?!) con tanto di park...

Altro "piccolo" intervento: nascosti dai palazzi si stanno edificando un tot di box auto, di traverso al monte si creerà una sorta di diga di cemento per i cospicui rivoli d'acqua piovana, che sfogheranno altrove...

Ma l'esempio più eclatante, sotto gli occhi di tutti, è lo sbancamento del Piede del Monte.
Una fetta di collina è stata asportata e il terreno ora è contenuto da un enorme muraglione di cemento armato.
Lì, dove ora c'è il vuoto, dovevano venir edificati un tot di box, con copertura a giardinetto.
Ad un certo punto hanno scoperto che quella è una conca d'acqua!
Così tutto si è fermato, e ormai son passati dei mesi.

La gente dice che aumentando i costi e diminuendo la prospettiva di guadagno sia fallita la Ditta che ha iniziato l'appalto e ora una seconda Impresa potrebbe continuare, con l'aiuto di denaro pubblico, giusto per non lasciare il disastro così com'è.
Ma son "voci di popolo", perciò senza nessuna conferma, sono illazioni.

Un bel volantino è apparso sul luogo, subito strappato dagli anonimi censori che conosciamo.
Ringraziava gli Amministratori per aver concesso i Permessi e le Autorizzazioni per realizzare questo maestoso Muro Grigio, al posto di un'ampia collinetta dove da sempre le feste popolari e le serate di ballo trovavano modo di far incontrare la gente.
Diceva che ora finalmente ci gira più aria a Pedegoli...
Male che vada una decina di posti auto "a raso" ce li tireranno fuori.

Su tutto questo e su alto ancora che alla faccia della trasparenza accade in quartiere dovrebbe vigilare un qualche organismo popolare, diffuso, pubblico: un Comitato di Controllo, che possa mobilitare persone e Istituzioni a garanzia di interessi comuni, spesso violati dai nostrani piccoli "minicomitati d'affari".

Se la 'rete di quezzi' non fosse solo una finzione a supporto d'un consolidato gruppo politico-imprenditoriale avrebbe anche gli strumenti per agire; la legge sul " Danno Ambientale" potrebbe essere impugnata per verificare responsabilità e ottenere risarcimento e risanamento. Ad esempio.

PS- verso la metà di agosto sono riprese pur lentamente alcune attività nel cantiere

mercoledì 28 luglio 2010

celtike & svastike


Intorno al 1975 alla scuola Fontanarossa esercitava l'insegnamento una giovane professoressa che molti dei suoi studenti ricordano con affetto e riconoscenza.

Pioniera d'un metodo che permetteva la partecipazione e la critica spesso promuoveva iniziative parallele allo studio, iniziative dedicate alla formazione civica delle giovani persone a lei affidate nelle ore scolastiche.

Qualcuno ricorda che grazie a lei l'Unità entrava a Scuola e veniva letto in classe con gli altri quotidiani, raro esempio di pluralismo all'epoca.

Altri tempi.

La Scuola Fontanarossa è ancora oggi situata di fronte alla Scuola Govi, si guardano in faccia.

Ma i tempi sono cambiati.

E i Dirigenti Scolastici anche.

Ed è così che pare possibile vedere sul Portone della Govi una svastica ed una celtica in bella mostra... 

senza che al Direttore venga in mente di coprirle rapidamente con una mano di vernice.

Non si stupisca il pavido tapino se presto si troverà graffiti simili sulle pareti dell'ufficio e le impronte degli anfibi sulla scrivania... 

potrà sempre chieder di ritirarsi in un ufficio un pò più imboscato... forse.


PS- dopo alcuni giorni ed alcune telefonate di genitori indignati si è provveduto a cancellare le dementi scritte


 

lunedì 26 luglio 2010

frenesia alimentare


Frenesia Alimentare.




Accade in alcune specie animali


può accadere anche ad alcune categorie umane


con alcune peculiarità proprie


il meccanismo che la fa scattare può essere una sorta di panico


però inconsapevole


non compreso razionalmente


anzi respinto con arroganza e sufficenza


ma i segnali dell'esterno, gli odori del disfacimento,


penetrano e provocano reazioni


così il corpo da luogo ad azioni incolvulse spontanee


solo apparentemente sotto controllo della mente


perchè ancora e sempre tutte automaticamente


indirizzate all'obbiettivo di soddisfare l'infinita ingordigia


aumenta esponenzialmente la voracità col sentore inconscio della fine


mentre la percezione drogata della realtà


fa calare l'attenzione che pare addirittura superflua


in contradizzione con ciò che sta accadendo intorno


e che ne sta determinando l'infausto futuro


Allora tale la contesa e la fretta d'appropriarsi del cibo


che non sentono i morsi altrui


nè importa se azzannano qualche loro simile.



Ed è tra i brandelli lacerati della loro carne


che passa la nostra possibilità di sopravvivenza.



giovedì 22 luglio 2010

luglio in quartiere...





Qualcosa sta cambiando.
Almeno nella grafica dei manifestini di quartiere.
Finalmente si distaccano almeno nella forma dall'istituzionale giallo con caratteri rigidi e timbrino del piccolo presidente, anzi non ne fanno menzione.

Davvero accattivante (in violetto e giallo,grafica semplice ben impostata) quello che pubblicizza un'iniziativa di passeggio e lettura che si è svolta sabato scorso lungo le antiche creuse della collina, sopra il Dria, verso l'Acquedotto e la Cappella dei Cacciatori di Luamà: un percorso ricco di scorci paesaggistici e di momenti di serena quiete, m'immagino poi nella sera stellata e fresca...

Un altro manifestino lo s'incontra nei pressi di Finocchiara e con uno stile asciutto e spartano informa che sabato questo, ci sarà sul pianetto di Finocchiara, dal Ponte settecentesco, una grande tavolata con spaghetti aglio e peperoncino, da aggiungere a tutto quel che i partecipanti vorranno condividere. Vino compreso.
Si prevedono alternative per i bambini presenti.

L'angolo in questione è degno d'un pittore paesaggista (in molti pare che nel dopoguerra frequentassero le piccole valli genovesi per dipingerne i tratti tipici) e seppur deturpato dallo svincolo di cemento e dai park che lo precedono rimane un'arroccato gruppo di casette che va rubando terra al monte con le strette fasce, scolpendo la collina come fosse una piramide, nella migliore tradizione Ligure.

Il Rio Finocchiara custodisce ancora alcune piccole testimonianze, nelle pietre e negli arredi sopravvissuti, del suo antico passato di lavoro e socialità, e una cena all'aperto tra gli abitanti del luogo è un'ottimo modo per conservalo in vita.

giovedì 8 luglio 2010

pedegoli..."IL TERRITORIO DELLE PANTEGANE GIGANTI"


... ho letto su enormi manifesti che il Comune ha investito 100milioni di euro per ripulire ed asfaltare la Città. Basterebbe passare per Via Ferreggiano, ad alta percorrenza, per verificare le condizioni disastrose del selciato... mentre Via Mottachiusura dove passano 12 auto quando c'è traffico, già liscia e piana, è stata asfaltata, prima ovviamente degli scavi per il gas (ma questo ormai rischia di sembrar un luogo comune).

E stamane sul Secoloxix si scriveva che una grande Operazione ecologica stava per partire e riguardava diversi Rii e Torrenti nelle Valli Genovesi.
Esclusi ovviamente Fereggiano, Finocchiara e Molinetto, che nonostante portino costantemente una notevole cubatura d'acqua e corrano in pieno abitato, non son degni di nota, pare.

A Pedegoli s'incrociano i tre torrenti e lì è stato abbattuto un vecchissimo edificio con le sue abbandonate fondamenta. Proprio lì sotto nell'oscurità degli anni, vivevano intere famiglie di Pantegane Giganti, ormai stanziali limitavano i danni agli stretti dintorni e alla cantina della Gabbri.
Il sisma provocato dalle Ruspe Comunali ne ha sconquassato l'habitat naturale, costringendo l'intera colonia semi shoccata a fuggire per ogni via percorribile. Cioè su per il fossato del Molinetto, lungo il Rio Finocchiara e percorrendo tutto il lugubre e buio fosso del Fereggiano "coperto" a esplorare un territorio essai più vasto.
Trovando immediatamente le Condizioni Ottimali, le più favorevoli, per istallarsi ed allegramente riprodursi, tra l'ammasso di rovi, rumenta e sbocchi abusivi che ne rende caratteristico il paesaggio.
Sarà un decennio che gli argini di questi torrenti sono lasciati al degrado, sia civile che naturale e la comparsa di parassiti come le zecche, i nugoli di zanzare, le biscie confuse e i ratti ingordi e impudenti è ormai stagionale, complice anche l'abbandono dei tratti "privati" prima coltivati e mantenuti puliti.
Ma quest'estate l'avvistamento di Pantegane particolarmente aggressive e grosse è già più frequente e diffuso, si avvicinano ai pochi pollai sopravvissuti ed alle cantine o ai parcheggi. E facilmente si impossesseranno del territorio.

Come era prevedibile: l'esperienza a Genova non manca, ad ogni scavo deve corrisponder una radicale derattizzazione, ricordo che alla Foce del Bisagno pochi anni fa si è rischiato il disastro ecologico...

La Provincia dovrebbe esser l'Ente responsabile dei Rii, ma la questione tocca anche la Salute Pubblica e l'Igiene Urbano, parrebbe.
Certo che se da parte dell'Amministrazione si desse credito, spazio e risorse a gruppi di Abitanti disposti a mantenesi pulite le proprie vicinanze ...
Se l'impegno del Comune fosse Programmare insieme ai Cittadini le iniziative e condividerne gli obbiettivi potrebbe allora chiederne ed ottenerne la collaborazione necessaria, da parte di chi in questo luogo dovrà passarci magari degli anni ancora almeno quanto da chi gli anni ce li ha già passati.

Dovremo abituarci ad incontrar nella penombra umida della sera qualche incurante esemplare di Pantegana Gigante, mi sa.

PS - recente (marxo) intervento poco tempestivo (forse in vista dell'estate) e poco impegnativo dell'Istituzione che ha provveduto a disseminare nella zona molti dispenser di veleno per topi: tubi di plastica nei quali il ratto s'intrufola e si prende la pasticca e poi muore.
Gli argini del Rio sono rimasti abbandonati all'incuria e alla rumenta, la fogna sbocca copiosa a giorni alterni sotto il ponticello medioevale e nell'insieme l'ambiente, s'io fossi ratto, mi parrebbe accogliente...

martedì 6 luglio 2010

tra le tante storie raccolte qui intorno qualcuna "da fuori"...


... tra Prè e Gramsci, nello slargo del mercato scesa la scalinata a destra guardando il mare, si trovava il bar Anna, o un bar che la gente gli diceva dalla Anna, con il suo variopinto viavai. In molti spendevano monete straniere, Americani e Tedeschi i marittimi più ambiti ma se ne trovava come dir, d'ogni razza. Così ogni angolo era occupato da bancarelle precarie con su ogni ben di dio, almeno apparentemente, tutto lungo Via Prè, spesso con le ultime novità in audiocassetta e le autoradio più moderne. E le sigarette americane, quelle della Jugoslavia.

La balaustra proprio sopra la scalinata del bar Anna era però lasciata libera, cosicché potesse esser comodo trespolo per un piccolo gruppo di giovani Napoletani ed un grosso coloratissimo Pappagallo. Il colpo d'occhio del suo maestoso batter d'ali si ricorda ancora come attirasse l'attenzione di chiunque passasse nei pressi, i Russi ed i Tedeschi erano i più divertiti, si dice. Per un lungo periodo fiorì così un florido commercio di Pappagalli. Senza grosse difficoltà d'approvvigionamento da parte dei mercanti.

Non furono pochi gli stranieri, marittimi magari un pò alticci dopo i giri nei night-club, che pensarono di portarsi a casa, per pochi dollari, un esotico pennuto e che, dopo averlo regolarmente acquistato dai venditori oriundi, lo videro alzarsi in volo appena lasciato il circondario, per far ritorno nel volger di pochi minuti all'antico padrone, non prima d'aver beccato a sanguinare l'ignaro e incredulo nuovo proprietario, lasciandolo imprecare al vento di Caricamento. 

Questo succedeva così tante volte nello stesso giorno che nei Caruggi s'iniziò a dire "come u pappagallo de Prè, che u vendan vinti volte au giurno me u lè sempre u mescimu", per dir di uno che racconta sempre la stessa scusa a tutti.

raccolto da: Berto, 68anni, nato in Via Madre di Dio.

lunedì 5 luglio 2010

perchè Carrabile?




(nella prima foto la creuza di Mottachiusura che verrebbe distrutta e resa carrabile per arrivare in auto ; la seconda foto è la fine della scalinata Mottachiusura, tipica e a rischio d'abbandono)















Via Motta Chiusura è in gran parte asfaltata e carrabile da diversi anni, collega le ultime abitazioni della valletta del Molinetto alla Piazza di SantaMaria, dove la strada principale di Quezzi termina.
Inoltrandosi appunto nella Valle ad un certo punto, dopo le ultime case, questa "carrabile" torna ad essere una antica Creusa, di pietre e mattoni, che scende lievemente verso il Rio Molinetto, fa una curva e si trasforma in una gradinata, incontra arcaici trogoli di pietra e strette fasce dai bassi muretti a secco, sino a congiungersi con un ponticello settecentesco a Via del Molinetto, altra mulattiera medioevale, all'altezza del Frantoio ancora intatto e delle "pietre delle bugaixe" ben visibili sugli argini del Rio.
E qui siamo appunto in quella antica creuza che alcuni abitanti hanno tentato di salvare dalla recente asfaltatura totale, che con la scusa di rimediare al dissesto l'ha resa di fatto carrabile ai mezzi privati.
Ci domandavamo a cosa era dovuta tanta determinazione, sino a essere arrogante aggressione verbale, tanta noncuranza di fronte a legittimi dubbi, tanta acredine verso chi dissentiva o criticava, e pur proponeva soluzioni che consentissero a questo Luogo di conservare le caratteristiche peculiarità storiche e paesistiche....

Se si fosse salvata l'antica Creuza si sarebbe presto sentita la necessità di metter mano anche alla parte di Creuza ancora intatta di Via Mottachiusura;
si sarebbe potuta tutelare e ripristinare, essendo questa di sicura utilità ad almeno una decina di "fuochi", per raggiungere Pedegoli ed i negozi semplicemente a piedi in 5 minuti, evitando un lungo giro da dover fare con l'auto. Oltre l'importanza storica/paesistica dell'insieme nel territorio.

Gli attori principali di questa rappresentazione, i più accaniti sostenitori ed esecutori del progetto, sappiamo bene tutti chi sono  stati e come hanno agito.

Potrebbe ora essere che una discreta porzione di terreno con sopra una casa ed un rudere situati proprio all'interno della valle, vicino ai rinomati laghetti, nel verde e nella tranquillità, siano in vendita.
Essendo raggiungibili però solo a piedi o con piccoli mezzi agricoli il prezzo è relativamente conveniente, anche se si tratta solo di forse 200 mt si sa che arrivarci in macchina ne aumenterebbe il valore di un buon 30%...

Una progettazione di finanziamento, o come la si vuol chiamare, potrebbe unire più soggetti interessati e garantirli rispetto ad un più roseo futuro viabile, cioè alla possibilità di distruggere in tempi rapidi la Creusa rimasta di via Mottachiusura ed allargarla a strada carrabile e asfaltata, giusto sino al cancello di questa potenziale Residenza Privata Esclusiva di pochi, magari due o tre (edificando un poco ancora) nuclei.
Curioso, interessante sarebbe sapere con certezza chi condurrebbe la "cordata" finanziaria, e cosa farebbe supporre ai fautori il sicuro successo della speculazione...
Certo è una speculazione intellettuale, invece, questa mia che a me pare una semplice intuizione,
e che dà per scontata una sensazione pur comprovata di lontananza, estraneità e incomprensione rispetto al mondo parallelo della "politica di palazzo".

Allora nel frattempo mi domando genericamente quanto sia lecito, morale, etico, che si adoperino, si sfruttino e probabilmente addirittura si perseguano esclusivamente a questo scopo le Cariche Pubbliche, Politiche e non.
E il contatto amicale e omertoso che i singoli privati hanno con queste.
Questo fa saltare definitivamente ogni patto di cittadinanza, reso impossibile dal decisionismo di pochi basato su criteri di discriminazione e di clientelismo; oscurato dalla arbitrarietà arrogante e presuntuosa che ormai determina ogni iniziativa e progetto di cui pagano le spese la collettività e ne godono i vantaggi i pochi privilegiati, perché si è reso quello che era un diritto di tutti, un privilegio del singolo.

Marassi-Quezzi-SanFruttuoso sono "una città"...
per numero di abitanti ed attività, per dinamiche e problematiche sociali, per la dimensione metropolitana che assume anche nelle aree più marginali del territorio.
Per il Businnes che tutto ciò comporta.
Gestire l'Urbe comporta molte responsabilità e competenze, compresa la capacità di ascolto e di servizio verso la gente. E una predisposizione alla Democrazia ed alla Trasparenza che pare latiti da tempo sul nostro territorio.
Quali le priorità e quali siano gli Interessi che ne guidano il Programma non ci è dato di sapere, anche se ormai sono evidenti a tutti: quelli Privati.