Entrando dalla porta a vetri il bar appare sempre un pò buio, anche quando i neon son accesi, ma accostandosi al lungo bancone dove a volte sostano taglieri di profumati formaggi artigianali, si scorge, dopo le vetrine arredate a caramelle vintage e dolci classici, un ambiente più ampio e suddiviso tra i tavolini con sedie, il calcetto e le inevitabili macchinette. Ricorda anche un pò il famoso barSport di Benni. Sotto diversi aspetti.
Il caffè è buono e le persone che gestiscon il locale hanno ognuno delle personalità rilevanti, che non guastano con l'ambiente e il paesaggio umano tipico del luogo. Fatto sta che offrono ormai da qualche anno un ristoro, un appoggio, un punto dove vedersi. Per fortuna (e senza tessera) lì si ci incontra tra le diverse componenti, etniche ma non solo, dell'eterogenea popolazione, e naturalmente, tanto quanto si va al bar a bere...
Un appoggio a chi passa del tempo lì intorno. Anche per i ragazzini della neonata piazzetta (che xora è ancora a loro disposizione) che con un estatè giocano a calcetto diverse ore, anche per i pensionati che giocan a carte e bevon la birretta occupando per il pomeriggio i tavolini (pensionati "altri", mai ben assimilati dai retrivi conservatori del 'circolo'). Inoltre si sa che per qualcuno ne devon metter del loro. Un luogo dove finito il turno qualcuno può farsi un gotto e due parole, dove senti parlare di lavoro, anche da chi il lavoro l'ha perso, dove convivono diverse voci con accenti differenti.
Accade che un bar nei fatti diventa una specie di "presidio sociale".
Un pò quello che accadeva quando pochi metri dabbasso esisteva il bar della gabbri, da tempo abbattuto.
In altri post mi è capitato di pontificarne l'esistenza, presa un pò a simbolo di una coesione sociale già dispersa, visibile solo in qualche frammento, di cui alcuni tratti di quel anomalo bar gestito appunto dai coniugi Canessa.
Quando i cittadini del gruppo "cccp" avevano richiesto alle Istituzioni un locale nei pressi per farne un circolo si era d'accordo con la Gabri che, se ottenuto, noi non si sarebbe fatta vendita di bevande o cose da bar; considerando giustamente poco corretto rispetto ai due bar che dell'utenza locale campavano, addirittura pensando alle cene sociali si prefigurava una collaborazione. Riconoscendo ai gestori il fatto si fornire un utile servizio.
Nessuno si aspettava un pò correttezza ed onestà politico-intellettuale da coloro che portano avanti l'iniziativa del "circolo-club-del.genoa amici di pedegoli", conoscendone i trascorsi e la fama (basta chieder in giro).
Ma almeno un minimo di dubbio sul far direttamente concorrenza al bar sito a due metri di distanza... Macchè!
Così a render ancor più antipatica l'operazione avviata, già settaria, esclusiva, nebulosa e socialmente disgregante, va considerato anche il lato commerciale.
Comprensivo del negozio di servizi e diritti acquistati dai soci con, minimo, dieci euro di Tessera... (forse un megaschermo dove con sky seguire le partite del genoa) .
Il tutto in un locale acquistato dagli enti per il quartiere?
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