martedì 19 aprile 2011

il percorso omertoso: "vedi che se me lo chiedi a me poi io lo dico a lui e te lo faccio fare?"



Pedegoli è un luogo in realtà assai piu movimentato e denso d'accadimenti di quel che può apparire allo sguardo superficiale di un visitatore, distratto dai lunghi momenti in cui davvero pare che nulla si muova, lunghe e tranquille ore dove due o tre personaggi percorrono lenti l'unica strada deserta, una scenografia degna di un film di sergio leone; si ci aspetta quasi di veder rotolare i classici cespugli secchi spinti dal vento mentre sotto il sole (a volte, ma più spesso nel fosco dell'umidità nell'aria) appare in salita la corriera, foriera di novità dalla città, da cui scendon tre anziane donne piene di borse, un ambulante temerario che si spinge sin quassù, e due pensionati che discuton con un edile foresto di cementi e sabbia.

In questa assoluta quiete dove si consuma tempo e terreno con la stessa pervicace e costante noncuranza, a volte invece ferve un'inaspettato movimento, lo si intuisce dapprima osservando i cappannelli di locali esponenti di 'corrente' e dal loro fare circospetto e omertoso, poi le cose iniziano a porsi in essere; così rapidamente il degradato cantiere, abbandonato solo dopo aver sbancato tonnellate di collina, viene premurosamente recintato "di fresco" facendo sparire le vecchie e arrugginite transenne; si eccitano i pareri per render "esclusivo" il futuro 'club degl'anxiani'; accellerano (!?) i lavori per la Grande Curva di Pedegoli e , dulcis in fundus, il primo tratto di Via Egoli, antica creuza, viene rifatto tutto in ciottoli e mattoni rossi !!


Un paio di anziani 'fuori dal coro' sostengono argomentando con la loro esperienza di edili popolari che sia completamente sbagliata la pavimentazione appena ricostruita:

Pur essendo di bell'impatto visivo i ciottoli usati sono tondi e applicati con cemento a vicina distanza tra loro, nel contesto di una ripida discesa dove il precedente e originale selciato vedeva delle pietre "spaccate" e aderenti una all'altra 'a secco' in modo che la pressione tra le stesse, in pendenza tra una 'pedata' e l'altra, le bloccasse, permettendo un ottimo drenaggio e una sicura "presa" del passo. Cosa questa vanificata dal scivoloso ciottolo tondo a distanza.

Il passaggio centrale è costituito dai mattoni rossi messi "a costa", mattoni da bordo perciò resistenti, però così posizionati creano una discesa liscia e continua che anche grazie all'umidità del posto creerà presto un velo di "leppego". Il mattone rosso preesistente era stato sistemato dagli 'antichi' in modo che dal superiore all'inferiore ci fosse un poccolo "sbalzo", creando un microscopico gradino che 'rompeva' il leppego e aiutava la pedata ad aderire.

L'Istituto per l'Agricoltura e l'Ambiente di Sant'Ilario prevede ogni anno scolastico dei Corsi sulle Pavimentazioni Storiche e Tradizionali, sono Corsi tecnico-pratici in cui le maestranze del settore vanno a formarsi nello specifico. Si poteva in questo caso però semplicemente informarsi, un minimo, sulla funzionalità dei differenti selciati e di conseguenza agire, sarebbe costato uguale ma sarebbe stato almeno utile.

Un'Amministrazione degna di chiamarsi così a Genova avrebbe già investito risorse umane e finanziarie in una formazione del genere, e forse avrebbe come fiore all'occhiello Istituti come l'Agrario in cui si possono formare i percorsi e dove possono nascere le occasioni per dare un futuro decente a questo Territorio, a questa Regione.


Infine tra le mille(!) attività primaverili si indice tramite volantino una festa per il 25Aprile in Piazzetta, con Banda e Balli tradizionali, l'occasione è ovviamente la Liberazione, che apparentemente accomuna tutti, in realtà vedremo chi offrirà da bere e a chi, intanto ricordo che c'è chi cancella dalle vecchie foto le armi dei Partigiani, e chi invece cerca di capire come quelle armi non doverle di nuovo usare...
e la differenza non è proprio poca.


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